di Antonio Torrelli - Parte dai parlamentari umbri per fare quadrato sul disegno avanzato dal giurista Rodotà. La proposta di sancire l’utilizzo della rete internet come diritto costituzionale piace all’assessore Stefano Vinti, che ora si rivolge ai senatori e ai deputati umbri per aprire la discussione sul ddl numero 2485 anche in Umbria. “Concordo pienamente con Rotodà quando definisce internet un ‘corollario tecnologico necessario per il pieno dispiegarsi della libertà d'espressione’ -sostiene Vinti-, soprattutto se si tiene conto dei dati in relazione all’utilizzo della rete da parte dei più giovani rispetto alla tv”. Da una ricerca dalla Società italiana di pediatria, infatti, emerge un divario del 2 per cento (su un campione di 1300 unità) tra chi passa più di tre ora davanti al web rispetto a chi invece rimane incollato alla tv (17,2 per cento contro 15,3), in netto calo dal 2009 ad oggi, quando la percentuale dei ragazzi che trascorreva più di tre ore al giorno davanti al piccolo schermo era pari al 22%. Facebook si pone dunque davanti a Rai, Mediaset e Sky. Ma il principio di costituzionalità, secondo Vinti, serve anche a fare luce sul problema del conflitto di interesse, tornato in primo piano dopo le dichiarazioni del coordinatore nazionale Fiom per il gruppo Agile/Eutelia, Fabrizio Potetti. Riprendendo le dichiarazioni dell’ex ambasciatore Usa, Ronald Spogli, Potetti ha messo in guardia l’opinione pubblica sui ritardi dell’adeguamento di internet (rispetto non solo alle esigenze del settore informatico, ma di tutto il sistema industriale generale), le quali sarebbero poste in stretta relazione con gli interessi di Mediaste. Un ostacolo che andrebbe ad aumentare quel divario digitale di cui parla Rodotà e che impedisce a migliaia di cittadini l’utilizzo della banda larga. “Per questo internet deve diventare un diritto costituzionale -aggiunge l’assessore regionale-, un elemento di democrazia che tuteli non solo l’informazione pubblica e i cittadini, ma anche l’utilizzo della rete quale strumento indispensabile per l’economia. Solo così -conclude- potranno essere garantiti gli investimenti per colmare tutte quelle carenza infrastrutturali di cui oggi soffre il Paese”.

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