di Ciuenlai -
I giornali di oggi riportano la risposta di
Parlavecchio ai giudizi pubblicati su di lui, da questo giornale, nelle
mie pagelle della settimana. Era suo diritto farlo ed è nostro dovere
ascoltarlo. Il nuovo segretario del Pd di Perugia risponde all’accusa
(mossa dietro le quinte, è bene ricordarlo , da esponenti del suo
partito) di essere un dirigente “insapore, indolore e incolore”,
sostituendo la triade dei criteri dell’acqua, con “coraggio, passione,
e spontaneità”. Ed è una sostituzione efficace e di grande effetto, che
mi è piaciuta. Poi aggiunge concetti come ritorno al territorio e ai
circoli. Parla, inoltre, di nuovi metodi di direzione e di
comunicazione e parla, infine, di indipendenza dalle correnti (scusi,
solo per curiosità, ma chi l’ha eletto la provvidenza?). Parla di molte
cose “buone e giuste” ed è doveroso dargli credito. Sul suo programma
la critica o il consenso non può che arrivare solo dopo che si sarà
messo all’opera e si saranno visti i risultati. Ci permettiamo però, da
subito, di fargli, un “appuntino” e di chiedergli un “chiarimentino”.
L’appuntino; non è molto elegante scaricare tutti i mali sui
predecessori, soprattutto su persone che hanno dovuto gestire il
partito nel mezzo della bufera degli scontri tra componenti. Il
chiarimentino; ha detto che farà di testa sua “a cominciare dalla
squadra”. Se è così indipendente che ci faceva giorni fa (come
raccontano i ragazzini terribili di Radio Scarpa Pd), in un tavolo di
un noto locale perugino, assieme al “manager organizzativo” dei
bersaniani (Mignini), al capo organizzativo dei Popolari (Manini) e al
segretario provinciale (di tutti e due) Rossi? Ah si, mangiava una
carbonara! Auguri segretario e chiuda la porta che fa corrente!
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