Agricoltori e panificatori: carico fiscale iniquo
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell'Ufficio Stampa di CNA pervenuto alla nostra redazione
I presidenti dei panificatori di Confartigianato Imprese Perugia e
Cna Provinciale lanciano l’allarme dichiarando lo stato di agitazione
della categoria. Proprio in questi giorni è previsto un confronto con i
parlamentari umbri affinché siano urgentemente presentate alle forze di
governo le richieste delle 26mila aziende di panificazione e dei
350mila addetti a livello nazionale. Con la recente pubblicazione del
decreto firmato dal ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, dal 10
settembre anche le imprese agricole, compresi coltivatori, farmer’s
market e agriturismi, possono realizzare e vendere panetteria fresca,
in virtù di una normativa che ha incluso fra le attività agricole anche
quella della produzione del pane.
Premesso che le associazioni di rappresentanza dei panificatori si sono
sempre espresse a favore della libertà di impresa e del mercato e che,
pertanto, nulla hanno da obiettare sulla possibilità che chiunque possa
esercitare l’attività di panificazione (pur nel rispetto delle
normative igienico-sanitarie, di sicurezza nel lavoro e di quanto
previsto dal contratto nazionale di lavoro del settore) non si può non
rilevare come, nell’inserire l’attività di panificazione tra quelle a
tassazione agricola, si crei una gravissima disparità di trattamento
fiscale a danno delle aziende artigiane di panificazione. Il reddito
ricavato dall’attività, infatti, rientrerà nel reddito agrario e per
questo a tassazione agevolata. Per lo stesso prodotto si crea un
diverso costo fiscale, il 15% per gli agricoltori, contro il 55% per i
panificatori.
“I panificatori – sostengono Valter Alunni Breccolenti, presidente dei
panificatori di Confartigianato Imprese Perugia e Rossana Mela, membro
dell’Unione Alimentare Cna di Perugia – chiedono a gran voce che
vengano ristabilite condizioni eque tali da consentire a chiunque
voglia esercitare l’attività di panificazione di farlo, a patto però
che si operi nel mercato a parità di costi fiscali”.
“C’è poi da dire – proseguono Carlo Antognoni, rappresentante
panificatori di Confartigianato Imprese Perugia e Francesco Vestrelli
di Cna Provinciale – che a distanza di ben quattro anni dall’emanazione
della legge 248/2006, con la quale è stata liberalizzata l’attività di
panificazione (che tra i vari punti prevedeva anche l’individuazione
del ‘pane fresco’ e del ‘pane conservato’ a tutela della corretta
informazione dei consumatori), siamo ancora in attesa del regolamento
attuativo che, nonostante due pareri positivi della Comunità Europea,
non è stato ancora emanato”.

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