Scuola e Università/Alla ricerca dell’unità
Prosegue il confronto tra i
due mondi della pubblica istruzione. Fra ricercatori e docenti precari
c’è in cantiere la costruzione di un grande movimento unitario che
blocchi definitivamente la legge 133 e respinga gli effetti dei tagli
alla pubblica istruzione. Alla vigilia della manifestazione degli
studenti medi (che a Perugia partirà alle 9 da Piazza IV Novembre) un
solo dato emerge all’unanimità: mantenere alta la guardia per non
abbassare il livello del conflitto. Ma dal punto di vista programmatico
non è stata avanzata nessuna proposta concreta. Tranne quella lanciata
dal Coordinamento provinciale dei precari-scuola e dal Coordinamento
“Viva la scuola pubblica” (presenti all’incontro come coordinamento
unitario) sull’opportunità di promuovere una settimana di lotta
cominciando dalla manifestazione studentesca di domani per arrivare
alla grande mobilitazione del 16 ottobre accanto alla Fiom. “Non c’è
bisogno di essere rivoluzionari per ricostruire quella percezione del
diritto sociale che si sta perdendo -ha dichiarato la portavoce dei
precari scuola Patrizia Puri-, ma di una congiunzione dei vari pezzi di
società che attualmente sono i soli a pagare gli effetti della crisi e
le conseguenze di un preciso desegno politico governativo teso a
smantellare il settore della formazione pubblica”. Una posizione
condivisa anche da un esponenete del comitato dei lavoratori della
Merloni, che dopo un breve quadro riassuntivo della situazione
sull’evoluzione della vertenza ha lanciato il suo appello: “Scuola e
fabbrica non devono perdersi d’animo -ha spiegato Gianluca Tofi- ma
devono portare avanti la lotta”.
Per il resto l’incontro è stato un susseguirsi di interventi da parte
del pubblico che è servito a dare spazio e voce alle varie forme di
precarietà del mondo della scuola e dell’università. Ma senza una reale
presa di posizione delle parti coinvolte che attualmente, nella
provincia di Perugia come in gran parte della regione, stanno ancora
cercando quel legame ormai necessario che in questi mesi si pare si
stia sviluppando sulla scia del fermento che da due anni vuole opporsi
alla riforma Gelmini e alle manovre del ministro Tremonti.

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