di Nicola Bossi
Da 13 anni lavorano al Comune di Nocera Umbra assunti in piena calamità naturale: la città distrutta e le periferie praticamente spianate dal terremoto del 27 settembre di quell’anno.
Per fronteggiare protezione civile, piani casa, fondi terremoto, ricostruzioni leggera e pesante lo Stato diede il via libera ad un reclutamento di geometri, geologi e altre figure professionali. Ora, tredici anni dopo, con la ricostruzione che a Nocera si appresta a concludersi 45 lavoratori (e rifondatori della città stessa) si apprestano a tornare a disoccupati dato che il contratto scadrà il 31 dicembre del 2010.
A tre mesi dalla conclusione Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente con la regione per cercare di trovare una soluzione interna per stabilizzare i precari del terremoto dopo che lo Stato ha chiuso i rubinetti per l’emergenza del sisma del 1997 umbro. Il Comune di Nocera Umbra non è in grado di poter mantenere, con i tagli agli enti locali, una macchina amministrativa così pesante.
Da qui la carta della Regione che comunque non se la passa meglio: le nuove leggi sulle assunzioni del Ministro Tremonti non consentirebbero di ingrandire gli apparati. Nella finanziaria si prevede un assunto ogni 5 pensionati. Insomma una partita davvero difficile, considerando che negli uffici del Broletto di Perugia - sede distaccata della Regione - da quattro-cinque anni sono stati riempiti da figure precarie del terremoto. La città di Gualdo Tadino un anno e mezzo fa, con grandi sacrifici di budget, ha assunto quelli rimasti ma si tratta di 20 per sone per una città che è tre volte quella di Nocera Umbra che è già provata per la chiusura della Merloni che dava lavoro a 1200 operai.
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