PERUGIA - Ventidue ordinanze di custodia cautelare in carcere (nei confronti di 20 albanesi, 1 macedone ed un kossovaro), firmate dal Gip di Perugia Massimo Ricciarelli ed in esecuzione a partire da giovedi' scorso, 9 delle quali all'estero (dei mandati d'arresto europeo 2 presentano richiesta di estradizione), curate tramite l'Interpol. Mancano all'appello una manciata di soggetti, ma il bilancio e' in divenire. Questo l'ultimo capitolo di una maxi operazione antidroga, scritto da oltre 150 finanzieri, ma avviata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo umbro nel dicembre del 2008. Gli investigatori, e' stato detto stamani in una conferenza stampa alla presenza, tra gli altri del comandante provinciale colonnello Vincenzo Tuzi, ritengono di avere sgominato un'organizzazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti, ramificata in Italia (in Umbria ma anche nelle Marche, Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia) e dalle basi operative in Belgio ed Albania. Nel corso dell'attivita', sequestrati 27 kg di cocaina pura, per un valore di 20 mln di euro e 48 di marijuana, per un valore di 600 mila euro ed arrestati 19 corrieri che si occupavano del trasporto dal Belgio e dall'Albania alla destinazione finale, l'Umbria, portando quindi a 41 il numero complessivo delle persone fermate. Sequestrati, inoltre, sempre nel corso del tempo, 11mila euro e piu' di 600 auto intestate a prestanome del sodalizio ed impiegate per il trasporto dello stupefacente nascosto cosi' abilmente da rendere difficile l'individuazione anche per le unita' cinofile. Tra queste un Porsche Cayenne 4500 anch'esso utilizzato per il trasporto della droga. Nel corso delle indagini gli inquirenti si sono imbattuti anche in un rapimento a scopo estorsivo, avvenuto in Belgio, del fratello di un affiliato, di nazionalita' albanese, colpevole di non aver onorato un debito contratto per l'acquisto di una grossa partita di droga nonche' il tentativo di omicidio, anch'esso verificatosi in Belgio, del capo dell'organizzazione criminale che veniva gravemente ferito con tre colpi d'arma da fuoco all'interno di un bar di Anversa. Questi episodi sono stati monitorati e ricostruiti in strettissima collaborazione con il ministero dell'Interno, direzione centrale per i servizi antidroga, che ha provveduto all'attivazione dell'organo collaterale belga tramite rogatoria gestita dalla magistratura perugina con i sostituti procuratori Giuliano Mignini, Giuseppe Petrazzini e Claudio Cicchella. L'indagine del Gico di Perugia, e' il frutto di un intenso e delicato lavoro investigativo che ha impegnato i militari in complesse intercettazioni telefoniche ed ambientali, radiolocalizzazioni satellitari, appostamenti, pedinamenti ed interventi repressivi su diverse aree del territorio nazionale. Parallelamente sono gia' state avviate le investigazioni per pervenire alla confisca di tutti i beni del sodalizio criminale. Condividi