PERUGIA - ''Abbiamo chiesto al Governo un confronto immediato per avviare una rigorosa discussione sulla prossima Finanziaria che, a nostro giudizio, deve essere orientata su una politica economica in grado di portare l'Italia fuori dalla crisi''. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo stamani a Perugia alla tavola rotonda su ''Quali politiche industriali per l'Italia e l'Europa'', nell'ambito del convegno ''L'Italia fuori dalla crisi. Il posizionamento competitivo dell'industria italiana''.
La presidente ha sottolineato come le Regioni, in questo delicato momento per l'economia generale del Paese, stiano dimostrando un alto senso di responsabilita'. ''E' davvero giunto - ha detto - il momento di porre fine a tutte quelle vicende che nulla hanno a che vedere con la situazione reale del Paese e che da settimane tengono il Governo in uno stato di continua fibrillazione, distraendolo dalle azioni di politica economica non piu' rinviabili in questa fase di crisi''.
''Non e' finita solo la pazienza degli industriali - ha aggiunto la presidente, richiamandosi alle affermazioni del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - ma e' finita soprattutto quella dei lavoratori, cittadini e famiglie che vedono la loro condizione economica e sociale deteriorarsi giorno dopo giorno''. ''Oggi l'Italia - ha proseguito - corre un rischio serissimo, quello di essere sempre piu' isolata dalle aree piu' avanzate dell'Europa e, dall'altra parte, di vedere disgregarsi il sistema Paese, con Regioni tentate sempre piu' dalla voglia di fare da sole. Il rischio e' che questo processo di scollamento dall'Europa e nel Paese possa conoscere nel prossimo futuro una forte e pericolosa accelerazione in assenza di chiare politiche industriali ed economiche che vadano oltre le esclusive politiche di contenimento della spesa pubblica.
"Questo - ha detto ancora - potrebbe portare a un approccio autarchico, in un Paese dove ciascuno operera' per se', compromettendo anche tutto cio' che e' stato realizzato negli ultimi dieci anni per la riforma in senso federalista dello Stato''. ''Ritengo - ha sostenuto anche la presidente della Regione Umbria - che vi siano ancora le condizioni affinche' si possa scongiurare questo rischio e invertire la rotta, a patto pero' che l'Italia sappia confrontarsi con l'Europa che investe in competitivita' e che il Governo definisca altrettante chiare strategie per rilanciare e potenziare le capacita' competitive che, sono certa, molte aree d'Italia esprimono e sono in grado di sviluppare. Credo, infatti, che i territori possano rappresentare una grande ricchezza e una grande opportunita' sia per il sistema delle imprese sia per la stessa coesione nazionale, purche' - ha rilevato - il Governo smetta di pensare solo alla tenuta dei conti''.
Riguardo alle azioni che la Regione sta definendo, in queste settimane, per rilanciare l'economia in Umbria, la presidente Marini si e' detta convinta che ''proprio la dimensione regionale puo' fornire un utile contributo per stimolare l'economia locale e il sistema locale delle imprese e cio' sara' tanto piu' efficace quanto le politiche industriali e di sviluppo regionali saranno inserite in analoghe politiche a livello europeo e nazionale''.
''Per quanto riguarda l'Umbria, ma non solo, un forte contributo allo sviluppo - ha detto - puo' essere rappresentato dalla 'economia verde', che non e' e non puo' essere ristretta all'esclusivo ambito delle politiche energetiche. Portata fuori dalla nicchia ideologica dell'ambientalismo, la 'green economy' puo' rappresentare una generale politica economica di sviluppo. Puo' sostenere le imprese tradizionali in crisi, puo' far nascere nuove imprese, puo' contribuire alla modifica dei comportamenti dei consumatori. E' questa - ha concluso - la direzione nella quale vogliamo andare anche in Umbria''.
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