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“Un polverone che non giova alle politiche istituzionali di attuazioni dei diritti dei cittadini e delle donne di poter disporre liberamente del proprio corpo; una disputa ideologica che contrasta in maniera sostanziale con la visione laica dell’amministrazione che ha caratterizzato l’operato della maggioranza al governo in Umbria”: così l’assessore regionale Stefano Vinti commenta le prese di posizione di alcuni Consiglieri regionali sulla applicazione in Umbria della pillola abortiva. “Invece di dedicarsi a polemiche dettate dall’ortodossia ideologica – prosegue l’assessore - i consiglieri regionali che vogliono fare qualcosa di efficace per evitare gli aborti dovrebbero attivarsi per una battaglia culturale e di potenziamento dei servizi sociali, per combattere in tema di aborto l’ignoranza e la disinformazione, preparare le ragazze a una maternità responsabile, promuovere l’educazione sessuale nelle scuole, diffondere la conoscenza dei metodi anticoncezionali e dare informazioni complete e corrette sulla pillola anticoncezionale”. “Ho votato la delibera di Giunta sulla RU486 – ha aggiunto - perché credo che occorra salvaguardare in primo luogo la salute delle donne e il diritto della donna, che intenda prevenire una gravidanza indesiderata, a scegliere se abortire o meno. La definizione da parte della Giunta regionale della regolamentazione dell’utilizzo della pillola abortiva Ru486 nelle strutture ospedaliere dell’Umbria – sottolinea - è avvenuta in conformità con quanto stabilito dalla Agenzia del farmaco e dalla normativa in vigore, la 194 del 1978”. L’Agenzia del farmaco, un organismo nazionale riconosciuto in Europa come rigorosamente scientifico – evidenzia Vinti, ha dichiarato da più di un anno che la Ru486, utilizzata in molti paesi europei già dagli anni novanta, è un farmaco innocuo e disponibile per la popolazione ed è un diritto di tutti poterlo utilizzare in base all’articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto alle cure. La legge 194, poi, raccomanda l’uso di tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità psicofisica della donna e meno rischiose per l’interruzione di gravidanza. Rispetto al tradizionale metodo dell’aborto per aspirazione, la RU486 presenta una serie di vantaggi: non richiede intervento chirurgico e anestesia; non comporta i rischi legati alle complicazioni possibili dell’intervento chirurgico (rottura dell'utero, lacerazioni del collo dell'utero, emorragie ecc.); può essere utilizzata nelle prime settimane di gravidanza, mentre l’aspirazione viene eseguita generalmente dopo la settima settimana, con più alto rischio di complicazioni, psicologiche e fisiche. Condividi