PERUGIA - L'Umbria ''sta reagendo abbastanza bene alla crisi. Ci sono problemi strutturali ben conosciuti, che soltanto con la coesione si potranno superare. Il quadro economico e' particolarmente complicato anche se ci troviamo in una situazione migliore, per le imprese, rispetto a qualche mese fa, quando le numerose crisi aziendali ci hanno fatto tremare i polsi'': e' quanto ha sottolineato il presidente di Abi Umbria, Alfredo Pallini, nell'audizione di stamani in seconda commissione del consiglio regionale.
Secondo Pallini, occorre aumentare le operazioni di finanziamento delle imprese in crisi reversibile attraverso l'ausilio dei fondi stabiliti dai consorzi fidi, da Gepafin e dalla Regione dell'Umbria. Serve poi certificare i crediti della pubblica amministrazione per la bancabilita' da parte delle imprese e rivedere i ruoli dei tavoli di crisi nati nel 2003, prima della crisi, ''per cercare soluzioni attraverso regole e responsabilita' ben precise da parte di tutti i soggetti che ne fanno parte''.
Pallini ha reso noto che il sistema bancario ha elargito, per l'economia umbra, 19 miliardi di euro di cui quasi 12 miliardi sono stati concessi ad aziende con sede in Umbria. Di questi, un miliardo di euro riguarda aziende in sofferenza e un altro miliardo posizioni deteriorate e preoccupanti. I settori in crisi non riguardano soltanto l'edilizia, ma si espandono in moltissime altre direzioni.
Per quanto riguarda l'accesso al credito, Pallini ha detto che seppure le regole previste da Basilea 3 siano state posticipate al 2016, quelle stesse regole, che prevedono maglie strette per l'accesso al credito, vengono gia' anticipate. In Umbria, le aziende con bilanci completamente inaffidabili sono il 20 per cento. Per la Banca d'Italia le imprese umbre in gravi difficolta' economiche rappresentano il 30 per cento.
Per quanto riguarda i tassi di interesse bancari, per operazioni a lunga scadenza, come mutui e finanziamenti, in Umbria sono al di sotto della media nazionale, mentre per la girata di un titolo o piccoli finanziamenti a breve termine, il tasso di interesse e' superiore a causa del rischio e quindi della qualita' del credito. Un ruolo importante lo svolgono i consorzi fidi. In Umbria ne operano 55 di cui 10 con sede in loco e assistono 7.000 imprese.
Tra i problemi che riguardano la liquidita' delle imprese, i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione: per questo, nei prossimi giorni, con la Regione Umbria verra' firmato un protocollo che aumenta la bancabilita' dei crediti. Pallini ha anche messo in risalto la diminuzione degli investimenti che ''si contano ormai sulle punte delle dita in Umbria. Tanto fotovoltaico - ha detto - ma su dieci operazioni, una e' di investimento, le altre nove sono azioni di consolidamento e iniezioni di liquidita'''.
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