Non c’è dubbio che il calcio professionistico sia sempre più “l’oppio dei popoli”, che abbia perso la sua naturale poesia di gioco, che si sia piegato a tutti gli interessi, che sia frequentato in prevalenza da personaggi impresentabili. Che questo calcio, infarcito di partite truccate, doping, maneggi di ogni genere, viva in una “bolla speculativa” come il sistema liberista finanzia rizzato, ormai è un dato che non sfugge ai più attenti osservatori e a tutti coloro che non hanno lasciato il cervello in frigo! Che attorno e nel calcio vivano processi culturali e comportamentali che si ispirano ad un bagaglio regressivo, così come le istanze di libertà e autogestione vengano represse con una normativa autoritaria e di destra, come ad esempio l’introduzione della tessera del tifoso, fa parte del dibattito in corso. Ma succede anche quello che non ti aspetti, e cioè che AIC (Associazione italiana calciatori), guidata da Sergio campana, proclami uno sciopero generale dei calciatori di serie A per il prossimo turno di campionato. Lo sciopero è stato inetto per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Infatti l’offensiva liberista, che tende a smantellare tutti i diritti residui dei lavoratori dipendenti e il contratto nazionale, non riguarda solo gli insegnati e i metalmeccanici, ad esempio, ma anche quella strana categoria di “lavoratori” milionari che sono i calciatori di serie A. Ok, lo sappiamo che grosso modo ci appaiono dei bambolotti a caccia di veline, che per la maggior parte ritengono che il mondo sia una sfera di cuoio, che guadagnano milioni a non finire, ecc. Il punto però oggi è che proclamano una forma di lotta, di conflitto, a salvaguardia dei loro diritti collettivi. È secondario il merito della vertenza, i contenuti di contrasto con la Lega Calcio (guidata dall’ex direttore di Confindustria Beretta), il vero punto è che da lavoratori subordinati, per quanto particolari, questi giovanotti minacciano l’attivazione di uno strumento, quale lo sciopero, che non alla Domenica sportiva, ma in tutte le altre trasmissioni, dalle televisioni pubbliche e private, è giudicato retrogrado e superato dalla storia. Ed invece questi idoli della nostra gioventù,e non solo, fanno sapere che lo sciopero “si può fare”. E che l’accordo con la Lega Calcio dovrà essere avallato o respinto dai calciatori stessi o da loro delegati. Capito? La legge sulla rappresentanza sindacale questi la praticano! Non sarà “lotta di classe”, ma conflitto tra padroni e lavoratori subordinati sicuramente sì. Il vecchio e intramontabile Campana magari farà l’accordo, ma una minima capacità di utilizzare gli strumenti del sindacato l’ha dimostrata. Aspettiamo con ansia che anche Bonanni della Cisl e Angeletti della Uil ce lo dimostrino, prima che abbiano svenduto totalmente 100 anni di conquiste del movimento dei lavoratori. Quinto Sertorio Condividi