Nel settore energetico si sta preparando - senza alcun coinvolgimento delle associazioni datoriali e dei consumatori - una rivoluzione senza precedenti, finalizzata a presentare ai singoli clienti informazioni sulla cosiddetta “tracciabilità” dell’energia elettrica fornita.
In pratica a breve – stando ad un provvedimento dell’UE - dovremmo poter leggere sulle nostre bollette l’indicazione del mix (cioè tutte le fonti primarie) utilizzato nel processo di produzione dell’energia che consumiamo.
Nel mix un ruolo fondamentale dovrebbe essere giocato dalla cosiddetta energia verde, quella prodotta da fonti rispettose dell’ambiente e che potrebbero eticamente influire sulla scelta stessa dei consumatori.
A destare l’attenzione dell’associazione di categoria l’incongruenza dei dati forniti da Governo centrale e GSE (gestore dei servizi elettrici, l’ente incaricato di seguire l’intera operazione)proprio sulla percentuale di energia verde importata. Dati che non corrispondono e che secondo Confapi Terni stanno disorientando il mercato energetico.
Perché se fossero veri si rischierebbe un forte rallentamento negli investimenti e nelle incentivazioni oggi previste nei confronti dei nuovi impianti rinnovabili.
Sappiamo quanto per le PMI quella energetica sia una questione vulnerabile in termini di costi e di investimenti e merita quindi massima trasparenza. La vicenda pertanto non poteva passare inosservata da Confapi Terni che di concerto con il Consorzio Energia dell’associazione, sta seguendo il caso.
Per andare a fondo e per tutelare gli interessi degli imprenditori, l’associazione in questi giorni sta lavorando per portare all’attenzione delle istituzioni e della collettività l’intera vicenda e per assicurare certezza su dati e cifre, per il rispetto del mercato e dei consumatori.
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