di Dani Pasqua
ROMA – Il Centro Studi di Confindustria ha diffuso i dati del rapporto d'autunno sugli scenari economici che fotografa la situazione tutt’altro che rosea dell’economia italiana. Da viale dell’Astronomia stimano, ad esempio, che rispetto al 2008 l’anno corrente si chiuderà con 480 mila persone occupate in meno; che il Pil italiano crescerà al di sotto delle previsioni; che il ricorso alla Cig rimarrà ancora alto. Per Confindustria quella di oggi è un'Italia "più povera, in assoluto e ancor più in rapporto agli altri Paesi avanzati". Laconico il commento di Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, “E’ finita la bolla ottimistica o si vorrà tacciare anche il Csc di disfattismo?”. Intanto la Marcegaglia chiede che si metta mano alle riforme importanti per il paese.
Ancora alto il ricorso alla cassa integrazione
“Al netto degli effetti statistici derivanti dalla regolarizzazione degli immigrati – è scritto nella relazione che accompagna i dati - il 2010 si chiuderà con 480mila persone occupate in meno rispetto a inizio 2008.” Secondo il Csc, infatti, a fine giugno si erano persi già 450 mila posti mentre altri 30 mila sarebbero a rischio. Il ricorso alla cassa integrazione, quindi, “rimarrà alto per il resto del 2010”. Il Centro studi "l'occupazione non ripartirà prima dell'anno prossimo", con una stima del +0,4% delle unità di lavoro, e un tasso di disoccupazione che "salirà, terminando il 2011 al 9,3%".
Crescita in ribasso
Note negative anche per la crescita. Confindustria rivede al ribasso le stime relative al Pil italiano. Secondo quanto anticipato oggi dal direttore Luca Paolazzi, il Pil italiano salirà nel 2010 dell'1,2% e dell'1,3% nel 2011, revisione al ribasso rispetto al +1,6% che era stato previsto in precedenza. “Tenendo conto delle statistiche estive - spiega il centro studi - e di un tasso di cambio più sfavorevole, le previsioni di crescita vengono ritoccate all'ingiù nel 2011, quando la frenata globale si farà sentire in Eurolandia e in Italia. Di questo passo i valori medi del 2007 (pre-crisi, ndr) non si raggiungeranno prima del 2013”. Servirebbe, secondo il Csc, “uno scatto di reni nelle riforme” essendoci "nodi strutturali non sciolti".
Accelerazione del sommerso
Uno di questi potrebbe essere la lotta all’evasione e al lavoro sommerso. Il centro studi di Confindustria stima che il sommerso "è bruscamente accelerato nel 2009" superando il 20% del Pil (oltre 27% se non si considera la Pubblica Amministrazione. Al Sud è il doppio). Un dato che fa impennare l'evasione fiscale "su valori molto superiori ai 125 miliardi" stimati lo scorso giugno.
Anche la stima della pressione fiscale effettiva è "ben sopra il 54% del 2009", più del 51,4% stimato lo scorso giugno e più del 43,2% della "pressione apparente contenuta nei documenti ufficiali".
Consumi delle famiglie ancora deboli
Tuttavia Confindustria ritiene che i consumi delle famiglie italiane resteranno deboli e l'inflazione resterà bassa. Leggerissimo aumento dei consumi delle famiglie che si attestano attorno allo 0,4% nel 2010 e allo 0,7% nel 2011, dopo esser diminuiti per due anni consecutivi (-0,8% nel 2008 e -1,8% nel 2009). L'inflazione invece rimarrà bassa anche nel 2011. "Negli ultimi mesi del 2010 - si legge nel rapporto - la dinamica dei prezzi al consumo in Italia rimarrà sui livelli correnti: +1,8% annuo a dicembre (+1,5% la media annua, +1,4% in Eurolandia). Nel 2011 l'inflazione salirà poco, restando in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della Bce: 2% a dicembre (1,9% in media; 1,7% in Eurolandia).
Fammoni (Cgil), finita bolla ottimistica, servono risposte
“E’ finita la bolla ottimistica o si vorrà tacciare anche il Csc di disfattismo?”. Dice il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commentando i dati diffusi oggi dal centro studi di Confindustria. “Da troppo tempo inascoltati - prosegue - solleviamo allarmi sul presente e sul futuro dell’occupazione italiana: dati drammatici fatti di perdita di lavoro a cui si aggiunge lo stock in cassa integrazione, i cosiddetti scoraggiati e l’enorme bacino di lavoro nero che anche Confindustria conferma in continua espansione”.
Secondo Fammoni “per dare risposte a questi lavoratori occorre una crescita e uno sviluppo molto più ampio e veloce di quello previsto per avere effetti sull’occupazione. Occorre prioritariamente non perdere ulteriore lavoro e chiudere imprese garantendo tutele di carattere straordinario. L’assenza del governo, nonostante la propaganda è evidente e colpevole. Questi punti - conclude - saranno al centro della piattaforma e della mobilitazione della Cgil a partire dalla manifestazione europea del 29 settembre”.
Marceglia “Ci si concentri sui temi dell'economia”
Intanto anche la Marcegaglia, presidente Confindustria, chiede a gran voce che si metta mano alle riforme. “Probabilmente il peggio è alle spalle, ma siamo ancora in una situazione incerta”, dice la Marcegaglia che sottolinea: “È venuto veramente il momento, in questa congiuntura, migliore del passato, ma ancora incerta e difficile, di mettere mano alle riforme che l'Italia ha per tanto tempo lasciato da parte”. La leader degli industriali chiede “che ci si concentri sui temi dell'economia”. Magari cominciando proprio dalla nomina del Ministro per lo sviluppo economico che manca al nostro paese da circa 135 giorni.
Da dazebao.org
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