PERUGIA - ''Con la nuova programmazione prevista dalla legge ''15', grazie alla quale ci muoveremo in sintonia con l'Unione Europea, si produrra' una qualificazione degli esercizi commerciali, che andra' non soltanto a vantaggio dello sviluppo turistico dei territori, ma accrescera' anche per i residenti il livello della qualita' della vita''. Lo ha detto l'assessore regionale al Commercio, Turismo e Cultura Fabrizio Bracco, intervenendo stamani alla Pinacoteca Comunale di Amelia al seminario di presentazione della ricerca, curata dall'''Aur'' (Agenzia Umbria Ricerche), ''I pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in Umbria/ Profili e Prospettive''.
Ai lavori del seminario (presieduti dal presidente dell'''Aur'' Claudio Carnieri e preceduti dall'indirizzo di saluto del sindaco del comune di Amelia Giorgio Sensini) hanno partecipato (oltre ai rappresentanti della ''Unioncamere'' e degli operatori del settore) il presidente nazionale della Lega Consumatori Pietro Praderi, il direttore del Centro Studi Fipe Confcommercio Luciano Sbraga, il vicedirettore generale della Confesercenti Mauro Bussoni.
Riferendosi al nuovo quadro legislativo prodotto dalla legge ''15/2010'', che (recependo la direttiva europea ''Bolkenstein'') modifica i criteri della programmazione degli esercizi commerciali, collegandola a fattori territoriali, ambientali e di ordine pubblico, l'assessore Bracco ha parlato di un ''salto di qualita' della cultura politica, che, salvaguardando per le amministrazioni comunali la possibilita' di programmare in accordo con le comunita' locali e gli operatori, sottrae di fatto alla casualita' le politiche commerciali, modellandole sulle esigenze dei territori, dell'ambiente e della vivibilita' complessiva. Avere una rete migliore di bar e ristoranti - ha ribadito - si traduce non soltanto nella fidelizzazione del turista, ma in una migliore qualita' della vita degli abitanti''.
''La ricerca dell'''Aur' - ha aggiunto Bracco (che ha plaudito alla scelta di far svolgere il seminario all'interno della pinacoteca, ''metafora'' del legame esistente fra lo sviluppo del turismo e la cultura) - mette a disposizione del decisore politico una base analitica di dati, su cui lavorare con concretezza, uno ''stato dell'arte' che e' la premessa per programmare con rigore lo sviluppo di territori e citta'''.
La ricerca Aur ''I pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande - 2009'' e' stata realizzata da un gruppo di lavoro composto da Elisabetta Tondini, Andrea Kaczmarek, Enza Galluzzo, Chiara Vivoli ed Emanuele Pettini. La impostazione e la supervisione sono state di Andrea Kaczmarek e il lavoro e' stato ''presidiato'' da Enzo Santucci, dirigente del Servizio Commercio della Regione.
Secondo la ricerca - spiega una nota - in Umbria vi sono 4,3 pubblici esercizi ogni 1000 abitanti, valore inferiore alla media nazionale (4,7). Il numero medio dei dipendenti e' di 4,4 ''umbri'' contro i 5 ''italiani''. Dall'analisi operata su dati Istat emerge, innanzitutto, nel periodo 1971-2001, la forte crescita numerica dei ristoranti nella provincia di Perugia, in cui il numero di attivita', a parita' di abitanti, in precedenza assai inferiore, si e' quasi riallineato ai corrispondenti valori del centro Italia e nazionale; in quella di Terni, al contrario, nel 1971 si registrava un vantaggio, conservato nel tempo.
Complessivamente la dotazione di ristoranti della regione risulta al 2001 ancora inferiore a quella centroitaliana, ma superiore alla media nazionale. Un simile processo di crescita, meno accentuato e limitato alla provincia di Perugia, si e' avuto anche per i bar la cui dotazione regionale al 2001, tuttavia, a parita' di abitanti, e' inferiore non solo a quella del centro Italia, ma anche a quella nazionale. Quanto all'occupazione, percentualmente superiore appare nel 2008 in Umbria il numero degli esercizi con personale dipendente e, tra questi, maggiore incidenza percentuale hanno ristoranti e discoteche rispetto a quanto si rileva a livello nazionale in cui, ad esempio, maggiore e' il peso di bar e mense; infine, gli addetti medi per azienda con personale sono inferiori alla media italiana nella ristorazione (4,7 contro 5,4) ed uguali (3,2) nel settore delle bevande.
Dall'indagine condotta da ''AUR'' attraverso i comuni, risultano in Umbria, al 31 dicembre 2008, 4.424 pubblici esercizi di somministrazione.
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