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“Nel 1948 Thornton Wilder pubblicò “Idi di Marzo”: un romanzo epistolare o, se si vuole, documentario, che si propone di ricostruire l’ultimo anno di vita di Cesare e culmina nella scena dell’uccisione di lui in Senato, ad opera dei celebri “congiurati” il 15 marzo del 44 a.c. . Libro documentario s’è detto. Infatti l’ambizione di Wilder è di costruire un racconto unicamente attraverso la sequenza di lettere o frammenti di lettere o di “lettere-diario”, come talvolta l’autore definisce questi falsi documenti. L’interesse dominante di questo autore, come del “Claudio” di Graves, o delle “Vitae immaginare” di Marcel Schwab è l’aspetto scandaloso dello stile di vita della élite sociale tardo-repubblicana” (Luciano Canfora). L’ultimo anno di vita di Cesare in questo romanzo epistolare affollato di personaggi: Catullo, Marco Antonio, Bruto, Cicerone, Lesbia, Pompea, Calpurnia; sono loro che scrivono, si confessano, si confidano dando luogo ad uno “scoppiettante pettegolezzo storico”. Attorno a Cesare ruotano interessi e amori, invidie e rancori mentre è proprio lui a pronunziare le parole più significative sulla politica, sulla poesia, sulla fama. Amato e odiato, alla fine tradito, è Giulio Cesare a incarnare un momento di crisi storica, quello del passaggio dalla repubblica alla monarchia. Sono le Idi di Marzo del 44 la data fatale, quella in cui, afferrato alle spalle da due congiurati, Cesare esclamò: “Allora è la violenza”. Una riflessione sul potere e la libertà che ancora oggi mostra la sua attualità. RIEPILOGO CRONOLOGICO DELLA VITA DI CESARE (di Luca Canali) Caio Giulio Cesare nacque fra il 102 e il 10 a.c. . Di famiglia aristocratica, egli militò tuttavia fin dalla prima giovinezza nel partito democratico. Compì il servizio militare in Asia e subito dopo si affermò come uno dei più grandi oratori del suo tempo. Nel 68 cominciò il cursus honorem con la carica di questore. Nel 65 fu sospettato di aver preso parte alla congiura di Catilina e Crasso. Fu successivamente pontefice massimo, pretore, propretore in Spagna. Tornato dalla Spagna costituì con Pompeo e Crasso il primo triumvirato. Egli era ormai il capo riconosciuto del partito democratico. Fu eletto console nel 59, poi preconsole di Gallia per un quinquennio: furono gli anni della gran parte delle campagne espansionistiche narrate nel De bello gallico. Nel 56 ricostituì il vacillante triumvirato con Pompeo e Crasso. Nel 53 muore Cassio. Il triumvirato s’infrange: nasce l’antagonismo fra Cesare e Pompeo; quest’ultimo diviene l’uomo della oligarchia senatoria. Si giunge all’urto armato, alla guerra civile, di cui sono testimonianza i commentari De bello civili. Cesare sconfigge definitivamente Pompeo a Farsalo, ma deve condurre una difficile campagna contro Tolomeo, re d’Egitto, poi contro i resti dell’esercito pompeiano in Africa, sconfiggendoli a Tapso, e in Spagna, annientandoli a Munda. Queste campagne (nel 47, 46, 45) sono narrate nei libri Bellum Alexandrinum, Bellum Africanum, Bellum Hispaniense, di incerto autore. Diventò padrone assoluto della situazione, nel corso dell’attuazione del suo grandioso piano di riorganizzazione dello Stato romano, fu ucciso il 15 marzo dell’anno 44 da un congiura conservatrice di cui facevano parte suoi collaboratori capeggiati dal suo prediletto Bruto. A cura di Stefano Vinti Condividi