Marco Brunacci sulla prima pagina del Messaggero Umbria di domenica scorsa (“Ater, la prima riforma non si scorda mai”, Il Messaggero 12/09/2010) avanzava dubbi sulla riforma dell’Ater e sulla sua attuazione, soprattutto sulle effettive possibilità di risparmio derivanti dalla redifinizione della struttura dirigenziale, e rinnovava i boatos sul nuovo presidente dell’azienda unica per la casa sparando i nomi di Mario Giovannetti e Giuseppe Mascio.
In realtà, la riforma dell’Ater, con l’istituzione di un’unica azienda a livello regionale per le politiche di edilizia residenziale pubblica risponde a criteri di razionalizzazione, di efficienza, economicità ed efficacia dell’azione regionale e dell’ente individuato per l’attuazione delle politiche pubbliche.
Ne trarrà giovamento la programmazione degli interventi per la casa in Umbria e ci sarà anche un risparmio per la spesa pubblica e per il bilancio dell’Ater, visto che ci sarà una diminuzione delle figure dirigenziali, oltre alla riduzione degli amministratori, con un unico consiglio di amministrazione. In particolare, per quanto riguarda i dirigenti si passerà dai 4 dirigenti pre-riforma, di certo a 3, e molto probabilmente a 2. E possiamo già dire che la minore spesa, grazie al complesso delle modificazioni previste, ammonterà a circa 450/500 mila euro.
Un risultato positivo in termini contabili, dunque, ma anche un maggior coordinamento dell’attività su tutto il territorio regionale, con indubbi vantaggi sull’efficienza della gestione.
Infine, per quanto riguarda la figura che andrà a presiedere la nuova stagione dell’Ater post-riforma, è tempo di terminare il non molto garbato balletto di nomi circolante sulla carta stampata.
Mario Giovannetti e Giuseppe Mascio sono due importanti esponenti della politica regionale, rappresentanti sì di un determinato territorio, ma anche assessore uscenti dell’ultima Giunta regionale guidata da Maria Rita Lorenzetti. Sono due figure sicuramente autorevoli, per storia politica e per capacità di governo dimostrate, ma per il momento nessuno ha avanzato ufficialmente la loro candidatura, o almeno non l’ha inoltrata al sottoscritto.
Comunque è facile prevedere che al momento opportuno la rosa dei candidati sarà ben più ampia di soli due nomi, in modo tale da poter scegliere tra professionalità, esperienze e sensibilità politiche e culturali diverse.
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