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PERUGIA - Perugia ha dato il via oggi alle celebrazioni per il 150/o anniversario dell'Unita' d'Italia celebrando in piazza il 14 settembre 1860, quando bersaglieri e granatieri arrivarono in citta', che allora faceva parte dello Stato pontificio. Per i perugini significava entrare a fare parte dell'Italia unita che stava per nascere. Nelle divise d'epoca, prese dai musei storici dei rispettivi corpi, bersaglieri e granatieri moderni hanno ripercorso lo stesso itinerario dei loro commilitoni di 150 anni fa, ricongiungendosi, per l'alzabandiera, nel cuore dell'acropoli perugina. Ogni ora, due militari, nelle divise del tempo, si sono da il cambio fino a sera davanti al tricolore. Nel pomeriggio, nella sede della Scuola di lingue estere dell'Esercito, nel complesso di Santa Giuliana, è stata inaugurata una mostra con cimeli risorgimentali e pannelli che illustrano l'episodio miliare che ando' sotto il nome di ''presa di Perugia''. Gli storici raccontarono che quel 14 settembre fu un giorno festoso per i perugini, che non avevano certo dimenticato che poco piu' di un anno prima, il 20 giugno 1859, i patrioti che si erano ribellati al papa furono massacrati dalle truppe pontificie e tutta la citta' fu teatro di episodi brutali. Un tema sottolineato oggi dal sindaco, Wladimiro Boccali, che ha ricordato che quel giorno ''fu una festa di popolo, un popolo di radici antiche che si accingeva a far parte di una Nazione giovane''. ''Una giornata di liberazione - ha aggiunto - largamente condivisa non solo dagli intellettuali borghesi che di solito vengono identificati con gli ideali risorgimentali, ma vissuta con lo stesso spirito da una grande parte della Perugia popolare''. Boccali ha voluto anche dare cosi' un senso di attualita' politica alla festa. ''Siamo qui - ha affermato - per dire, condividendo fino in fondo le parole del Presidente Giorgio Napolitano, che l'Unita' dell'Italia e' un valore imprescindibile oggi e per il futuro. Non devono esserci ambiguita' nel distinguere tra un'Italia federale intesa come maggiori autonomie delle singole comunita', prospettiva certamente condivisibile, ed una Italia a pezzi, divisa geograficamente e socialmente, velleita' antistorica ed improponibile''. Oltre al sindaco, ha parlato il generale di brigata Celeste Rossi, che guida il Comando regionale esercito Umbria. Ha ricordato l'impegno degli stessi Corpi, Bersaglieri e Granatieri, nelle missioni di pace all' estero. La giornata si è conclusa con il concerto della banda dell' Esercito. Condividi