PERUGIA - L'11 settembre nella chiesa dei Templari, suonando antiche musiche arabe, cristiane ed ebree di un Mediterraneo crocevia, non terra di scontro, di civilta'. La Sagra musicale umbra ha inaugurato cosi' ieri sera la sua 65/a edizione, invitando Jordi Savall, catalano, virtuoso di viola da gamba, archeologo sonoro di un Medio Evo musicale senza steccati. Con lui, il marocchino Driss El Malouni all'oud (il fratello gemello arabo del liuto), il greco Dimitri Psonis alla chitarra moresca e al santur (strumento a corde di origini persiane), e lo spagnolo David Mayoral alle percussioni. Tutti strumenti antichi e originali, in parte autentici, in parte ricostruiti fedelmente, secondo una austera filologia di cui Savall e' paladino.
Assolutamente straordinario il luogo, la chiesa di San Bevignate alla periferia di Perugia, scura e possente come una fortezza, santuario dell'Ordine di monaci guerrieri che lo scontro delle civilta' lo praticarono davvero e con le armi, e per una sera pacifica sintesi di culture, religioni, popoli.
L'idea del programma del concerto nacque, come lo stesso Savall spiega, proprio all'indomani dell'attentato alle Torri gemelle, ma in realta' da trent'anni l'artista catalano lavora a questi ''pellegrinaggi dell'anima'', come recita il titolo del concerto, che e' anche il filo rosso che lega il cartellone della Sagra quest'anno.
Al centro della sua ricerca, tra arte e filologia, c'e' il Mediterraneo ed il vicino Oriente, in cui le grandi religioni monoteiste e le diverse culture che ne sono derivate possano rappresentare il tratto che unisce, non il motivo che divide. Tra le austere mura della chiesa, tra il ciclo di affreschi,unici nel loro genere, che rievocano scene e miti dell' Ordine dei cavalieri del Tempio, sono risuonate danze, canzoni, preghiere, lamenti (tra cui lo straordinario Lamento di Tristano, tratto da un manoscritto italiano del '300) legate tra loro con impensabile naturalezza e coerenza. Proprio quello che Savall voleva dimostrare: musiche apparentemente lontane per geografia e spiritualita', in realta' dimostrano una incredibile assonanza. Ed e' stato il Mediterraneo a favorire questa con-fusione di suoni e parole, a rompere l'isolamento e favorire la reciproca conoscenza.
Non per nulla, come bis Savall ha offerto un tema suonato, di seguito, in tre modi diversi: quello arabo, quello occidentale, quello sefardita. Modi diversi, ma lo stesso tema, comune e condiviso, patrimonio di tutti.
Infine, la dedica dell'artista catalano, che l'Unione Europea ha nominato ''artista per la pace'': il concerto e' per tutti coloro che nel mondo continuano a soffrire a causa di intolleranza e fanatismo, e chi se non Orfeo, ovvero la musica, puo' parlare al cuore degli uomini, per quanto diversi siano. Magari il concerto, e soprattutto questo modo di ricordare l'11 settembre, al Reverendo Jones non sarebbe piaciuto. Certamente e' piaciuto al pubblico che gremiva la chiesa dei Templari.
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