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“Attività in calo di oltre il 20%, ritardi di pagamento che costano migliaia e migliaia di euro, finanziamenti bancari in diminuzione del 2 per cento. Sono cifre certamente non positive quelle che riguardano il settore delle costruzioni in cui operano miglia di imprese artigiane, investite dall’onda lunga della crisi”. A lanciare l’allarme è la Confartigianato Imprese di Perugia con il segretario Stelvio Gauzzi, che, dati alla mano, denuncia le difficoltà abbattutesi con maggiore forza sull’edilizia proprio in questi ultimi mesi, quando per altri comparti si inizia a intravedere qualche segnale di ripresa. A pesare maggiormente, secondo l’associazione di categoria, sono i ritardi di pagamento da parte degli enti pubblici e dei clienti privati: “nell’ultimo anno e mezzo – spiega Gauzzi - gli imprenditori edili hanno visto aumentare di 38 giorni (di media) i tempi di attesa per essere pagati. Un danno economico enorme per il nostro territorio, quantificato dall’Ufficio studi di Confartigianato in qualche milione di euro di maggiori oneri finanziari per la filiera delle costruzioni”. “Come se non bastasse – prosegue il segretario di Confartigianato Imprese Perugia - è arrivata una norma che colpisce proprio le attività che offrono maggiori speranze al settore edile. Si tratta della ritenuta d’acconto del 10% sui bonifici bancari e postali con i quali i beneficiari delle agevolazioni fiscali (del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il risparmio energetico) pagano le imprese esecutrici dei lavori”. Per risollevare le sorti del settore, la Confartigianato sollecita quindi “il rilancio del Piano casa che interessa numerose famiglie dei nostri territori. Gli incentivi per il risparmio energetico sono un’altra delle misure anticicliche su cui punta Confartigianato per sostenere la domanda”. “L’attività – afferma il segretario Gauzzi - è sprofondata a meno 21 per cento rispetto ai livelli pre-crisi e ora, accanto alla stretta del credito, è allarme per l’allungamento fino a 90 giorni dei ritardi dei pagamenti. E non aiuta certo la ritenuta del 10 per cento sui bonifici scattata a luglio con la manovra estiva. Una crisi insomma sempre più nera che colpisce in modo particolare la piccola impresa e il settore artigiano, come evidenzia un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato, e che persiste anche nella prima parte del 2010, a differenza di altri comparti che registrano invece qualche segnale di recupero”. Nonostante tutto l’occupazione tiene a fronte invece di cali, anche forti, in altri settori. “Le prospettive però non sono rosee – dice ancora Gauzzi -, il persistere dello stallo potrebbe determinare prossimi trimestri bui. E resta al palo, appunto, anche il Piano casa dal quale sarebbe potuta arrivare invece una forte spinta. A tutto ciò si aggiunge, come anticipato, la stretta di liquidità, a causa del forte allungamento, dai 52 a 90 giorni, dei pagamenti da parte dei clienti alle imprese artigiane delle costruzioni. E non basta il debole segnale di ripresa (+3,4%) dei volumi delle compravendite immobiliari, visto che il confronto è con lo stesso periodo dello scorso anno quando si toccarono i livelli più bassi. Ma a non andare proprio giù alle pmi dell'edilizia è la brutta sorpresa della manovra finanziaria d’estate, con il via dal primo luglio scorso alla ritenuta d’acconto del 10% applicata da banche e poste ai bonifici per le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. “Le misure del 36% e del 55% sono gli unici segnali di vitalità in un contesto di grande preoccupazione – sottolinea Gauzzi - e la ritenuta colpisce i più piccoli privandoli di una liquidità già estremamente scarsa. È un anticipo d’imposta ma molte imprese andranno a credito il prossimo anno e i rimborsi sono lenti. C'è un rischio boomerang per un ritorno di una parte al sommerso”. “In un quadro praticamente da acqua alla gola - conclude il segretario Stelvio Gauzzi - il Piano casa oggi arenato, può invece funzionare da volano per far ripartire il comparto, visto come risulta elevata infatti la propensione delle famiglie all’utilizzo degli incentivi per le ristrutturazioni. L’intenzione di ricorrere ad ampliamenti del 20% dei volumi abitativi è più alta poi tra i cittadini che hanno utilizzato gli incentivi del 55% per il risparmio energetico, misura che dovrebbe essere resa permanente. Peccato però che il piano del 20% è arenato tra pastoie e lungaggini. Va bene la salvaguardia dai possibili abusi, ma non ci stiamo a imbalsamare tutto rinunciando all’opportunità di una forte spinta per uscire dalla secca”. Ufficio stampa Confartigianato Imprese Perugia Condividi