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di Amerigo Rivieccio Quasi un gioco di parole ha utilizzato l’organizzazione parigina per dire che le cose vanno un po’ peggio di quanto male si pensasse nell’ambito economico mondiale visto che: "la ripresa potrebbe rallentare più velocemente di quanto sinora previsto”. La previsione di crescita nell’area G7 per il 2010, sinora fissata al all’1,75 viene limata all’1,50 ed a preoccupare è soprattutto la presenza di un paese del G7 con la crescita per il terzo trimestre prevista con il segno meno, l’Italia. Solo per l’economia dello stivale è infatti prevista una decrescita dell’economia nel periodo luglio – settembre 2010 che dovrebbe segnare un meno 0,3 per cento. Nel quarto trimestre il pil dovrebbe invece cambiare di segno e registrare una lievissima crescita dello 0,1% lasciando comunque il Bel Paese ad occupare la posizione di fanalino di coda tra le 7 grandi economie. Il rischio di recessione, che viene definita tecnicamente come due periodi successivi di decrescita economica, sembrerebbe quindi, seppur di un misero decimale, scongiurata e l’Ocse precisa che il clima di incertezza è tale che le sue previsioni sono all’interno di una forchetta decisamente ampia il che si traduce in margini di errore piuttosto ampi su queste previsioni. Per l'Italia la forbice e' dell'1,5 per cento nel terzo trimestre e l'1,6 per cento nel quarto trimestre 2010. Dati tanto preoccupanti non potevano non riaccendere polemiche mai realmente sopite. Il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi afferma: "L`Ocse, come il Fondo monetario internazionale, conferma due cose che sosteniamo da tempo: non c`è ancora una vera ripresa e in Italia, a differenza di quanto sostiene il governo, la bassa crescita è ancor più bassa degli altri grandi paesi europei". Questi dati, secondo Barbi, "confermano che non c`è ancora purtroppo una vera ripresa, come invece vorrebbe sostenere la Bce, ma una crescita globalmente bassa e a rischio di ulteriori ricadute. E questo perché come sostiene il sindacato europeo, non c`è ancora una risposta strutturale alla crisi in termini di nuove politiche di investimento e di redistribuzione e di scelte che mettano sotto controllo la finanza" e che “al contrario di ciò che sostiene il governo, in Italia questa crescita bassa è ancora più bassa degli altri grani paesi europei. La crescita sarà sicuramente più bassa di quello previsto dai documenti contabili del governo ma quest`ultimo sta facendo finta di niente". Il segretario di RC, Paolo Ferrero, ha dichiarato che questi dati: “arrivano a dimostrare che il governo fa solo chiacchiericcio propagandistico quando ripete che l'emergenza e' finita. La realta' e' che l'economia non riparte affatto e la disoccupazione aumenta, frenata ancora per poco dal massiccio ricorso alla cassa integrazione". Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati Pd ha invece dichiarato: "Il nostro ministro dell'Economia sa benissimo qual è la situazione del nostro Paese, ma racconta favole ogni volta che può. Così, rassicurati dal suo ultimo : 'l'Italia è fuori dall'emergenza', non dovremmo preoccuparci dei dati Ocse che dicono che l'Italia sarebbe l'unico Paese dei G7 a registrare un Prodotto interno lordo in retrocessione per il periodo luglio-settembre 2010. Dovrebbe andar meglio nell'ultima parte dell'anno, ma saremmo sempre in coda rispetto ai sei grandi. Pare che Tremonti oggi, insieme ad Alfano, sia andato da Berlusconi. Avranno parlato di economia o di giustizia?". Anche le associazioni dei consumatori hanno detto la loro con Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti che hanno dichiarato, in un comunicato stampa congiunto di Adusbef e Federconsumatori: “Altro che fuoriuscita dalla crisi! Come da tempo sosteniamo, purtroppo, è ancora ben lontana. A dimostrarlo giungono oggi le stime dell’OCSE, che confermano le nostre previsioni di una crescita del Prodotto Interno Lordo del nostro Paese prossima allo zero nel 2010. Del resto, come potrebbe essere diversamente? Basta guardare ai dati sull’andamento economico del Paese per rendersi conto che la situazione è ben diversa da quella che qualche mistificatore vorrebbe far credere. "I consumi sono in calo, persino, e questo è gravissimo, nel settore alimentare; il potere di acquisto delle famiglie è in caduta verticale (-9,6% dal 2007); CIG e disoccupazione continuano ad aumentare (la prima potrà raggiungere, nel 2010, più di un miliardo di ore; il tasso di disoccupazione invece si aggira intorno a livelli impressionanti 8,5-8,6%). In aggiunta a ciò, ad abbattere ulteriormente la capacità di acquisto delle famiglie, continuano ad aumentare le spese dovute agli aumenti di prezzi e tariffe che, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel 2010, comporteranno per le famiglie una stangata di ben 1118 Euro.” “Inutile alimentare falsi ottimismi, se non ci si decide ad intervenire per incrementare il potere di acquisto e per rilanciare lo sviluppo del Paese, con investimenti nei settori chiave dell’economia, l’uscita dalla crisi si farà sempre più distante.” Da dazebao.org Condividi