Marchionne comanda, Ceccardi obbedisce. Il modello di relazioni sociali in Italia dev'essere quello imposto a Pomigliano d'Arco, senza scioperi e senza mensa, senza orari e senza diritti sindacali e chi si mette di traverso fuori dai piedi. O così o me ne vado da Federmeccanica, dal contratto, dall'Italia, aveva minacciato l'uomo forte del Lingotto. E Federmeccanica ha eseguito, tra gli applausi del governo e i brindisi dei sindacati complici, eccitati dall'esclusione della Fiom da ogni confronto. Fatta la legge, trovato l'inganno. Traduzione della Federmeccanica: fatto il contratto, trovata la deroga. Tutto sta a scegliersi il contratto giusto, quello che già contenga in sé la possibilità di disattenderlo. Sulla base di questo presupposto, ieri l'organizzazione delle imprese metalmeccaniche ha decretato la morte del contratto nazionale di lavoro siglato unitariamente da tutti i sindacati di categoria e sottoscritto con un referendum dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. E una volta cancellato unilateralmente il contratto legittimo, che per comune decisione di tutti i contraenti deve restare in vigore fino al 31 dicembre del 2011, Federmeccanica ha deciso di riconoscersi in quello separato del 2009 che la Fiom non ha firmato e la cui legittimità continua e continuerà a contestare, anche perché quel testo non è mai stato sottoposto al giudizio degli interessati. La ragione della scelta è semplice: riconvocare i firmatari dell'accordo separato e decidere «insieme» le deroghe necessarie a neutralizzarlo. Con una fava si prendono due piccioni: si espelle la Fiom dalla trattativa e si obbedisce al diktat Fiat che pretende un contratto per sé, vale a dire per il solo settore auto. Di deroga in deroga, i contenuti del futuro contratto sono già scritti, ben prima della finta trattativa con i sindacati compiacenti già chiamati a corte e sono in tutto e per tutto eguali a quelli imposti con il famigerato referendum truccato agli operai di Pomigliano d'Arco. Per la precisione, siccome Marchionne voleva un contratto personalizzato mentre lo stato maggiore delle imprese di categoria voleva estendere le deroghe a tutti i settori, alla fine Federmeccanica ha fatto il più uno, deroghe per tutti e qualche supplemento per l'auto per consentire alla Fiat di estendere la vergogna di Pomigliano a tutti i suoi stabilimenti italiani. Il presidente di Federmeccanica Pierluigi Ceccardi ha rasentato il comico, quando al termine del direttivo della sua organizzazione ha dichiarato ai giornalisti che «Fiat non ha spinto per niente». Infatti non ha spinto, Sergio Marchionne ha semplicemente ordinato a Federmeccanica di fare «in piena autonomia» tutto quel che ha fatto per evitare la fuoriuscita del socio principale dalla cricca padronale in tuta blu. I consigli ragionevoli di ex soci e dirigenti di Federmeccanica non sono stati minimamente presi in considerazione. Eppure dicevano che dividere i sindacati non conviene perché non aiuta a sconfiggerli (Cesare Romiti), e che la strada dei contratti separati senza la Fiom genera conflitto e dunque non va percorsa (Innocenzo Cipolletta). Sarà interessante vedere cosa succederà in quelle fabbriche, e sono tantissime, in cui l'unico sindacato presente è la Fiom e in quelle, e sono la maggioranza, in cui la Fiom è l'organizzazione che rappresenta la maggioranza assoluta dei dipendenti. Se cercano la rissa, la troveranno. In alcune regioni, a partire dall'Emilia e dalla Toscana, alla vigilia dell'annunciato «recesso» dal contratto 2008 da parte della Federmeccanica, alcuni imprenditori hanno già sottoscritto accordi con la Fiom che ne prevedono l'applicazione. Contraddizioni in seno al padronato. Il cui vertice chiede ai metalmeccanici Cgil di «ravvedersi», e raccoglie con grossolana soddisfazione la capitolazione subalterna dei sindacati «complici» che ringraziano a ogni schiaffone che ricevono da Marchionne e dalla Federmeccanica. Il prossimo passo - assai probabile, visti gli andamenti delle ultime elezioni delle Rsu in molte fabbriche che premiano la Fiom e penalizzano in particolare la Fim - sarà il premio padronale agli operai che si iscriveranno al sindacato giusto. In qualche posto sta già capitando. Sarebbe interessante se chi sogna il dopo Berlusconi si interrogasse su quel che sta succedendo in Italia. Condividi