Il direttivo di Federmeccanica ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare fin d'ora il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008. Il prossimo 15 settembre, ha spiegato Ceccardi, si terrà a Roma una riunione «ricognitiva e progettuale, solo con chi ha firmato l'accordo interconfederale del 15 aprile 2009 (non con la Fiom, ndr) per iniziare una trattativa, che è un film tutto da scrivere, vedremo poi cammin facendo». Quanto alla Fiom, secondo il numero uno di Federmeccanica, «non riconoscendo il rinnovo del contratto sottoscritto lo scorso 15 ottobre, non può partecipare al tavolo, ma il nostro auspicio è che si ravveda, riconosca quel contratto, che possa partecipare anche lei».
Il consiglio direttivo di Federmeccanica ritiene «urgente una regolamentazione condivisa del sistema di rappresentanza, sulla cui necessità esiste generale consenso e disponibilità dichiarata dalle parti», ha continuato Ceccardi a seguito dell'incontro che si è tenuto oggi a Milano, spiegando che tale regolamentazione è prevista dall'accordo interconfederale del 15 aprile 2009, non sottoscritto dalla Cgil. Alla domanda se l'auspicio è che anche l'organizzazione guidata da Guglielmo Epifani possa sedersi al tavolo, Ceccardi ha replicato: «Assolutamente sì, l'auspicio è che le confederazioni attivino al più presto un tavolo per regolamentare la materia per via pattizia».
Secondo il presidente di Federmeccanica «dobbiamo cambiare le relazioni sindacali, le aziende non sono più governabili se cinque persone che scioperano fanno chiudere uno stabilimento di 500, questa non è democrazia, è prevaricazione».
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