“Convocare al più presto la direzione aziendale della ThyssenKrupp-AST per conoscere le reali intenzioni dell'azienda in merito al futuro del polo siderurgico ternano e per ribadire l’indisponibilità del territorio ad ogni ulteriore contrazione occupazionale e produttiva”. E’ quanto chiede, con una interrogazione alla Giunta, a risposta immediata, il capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara che sottolinea anche “l’esigenza di sollecitare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, essendo ancora vacante il ruolo di ministro per le Attività produttive, le necessarie misure di tutela degli interessi del territorio ternano e dei siti strategici di ciò che resta dell’appartato industriale del Paese, unitamente alla tutela delle aziende colpite dalla decisione della Commissione Europea”. Nella premessa dell’atto, Stufara evidenzia che, “la fermata degli impianti di produzione ternani per i mesi di agosto e settembre 2010 è durata ben oltre il previsto, coinvolgendo in differenti modalità tutti i reparti, e tutto ciò contrariamente a quanto annunciato dall'amministratore delegato della ThyssenKrupp-AST di Terni, che in data 21 Maggio 2010 affermava l'intenzione di ridurre al minimo la fermata estiva per recuperare la perdita previsionale all’esercizio 2009-2010 di 63 milioni di euro. La fermata della produzione – spiega il capogruppo del Prc-Fed.Sin - si è così articolata: per l'area a caldo dall'8 agosto al 4 settembre; per l'area a freddo 2 settimane di stop per turno fino a metà settembre; per il centro finitura produzione ridotta al 50 per cento per tutto il mese di agosto e blocco totale dal 14 al 16 dello stesso mese. La decisione – sottolinea - è stata resa nota subito dopo che il board tedesco di Thyssen Krupp è ritornato in Germania a seguito di due giorni di visita negli stabilimenti di viale Brin nel mese di Luglio, segno di una probabile mutazione delle strategie produttive della multinazionale tedesca di cui a tutt'oggi non si conoscono né i contenuti, né gli obiettivi”. Stufara spiega che, “al calo di ordinativi, rilevato dagli stessi sindacati, è corrisposto un incremento della produzione di acciaio nello stabilimento di Shanghai e in altri impianti della multinazionale tedesca che pone seri dubbi riguardo alla volontà, da parte dell'azienda, di mantenere gli attuali assets produttivi e tecnologici del polo siderurgico ternano, già gravemente colpito dall'assorbimento di Titania, che prelude ad un’ulteriore spinta verso la monoproduzione di Inox”. Secondo l’esponente di Rifondazione comunista, “la Regione e le Amministrazioni locali non sono in grado di valutare, a causa dell'assenza di un confronto in merito con la dirigenza aziendale, le conseguenze della decisione della Corte europea di rigettare il ricorso presentato dal Governo italiano e dalla ThyssenKrupp in tema di agevolazioni tariffarie elettriche, che ha comportato la condanna per l’azienda a pagare una sanzione di 60 milioni di euro. La posizione espressa dall’Amministratore delegato della ThyssenKrupp-AST alle rappresentanze sindacali, - continua - che alludeva a serie problematiche per la tenuta del sito ternano, desta serie e fondate preoccupazioni, in quanto si è in presenza, per il terzo anno consecutivo, di un passivo alla chiusura dell’esercizio finanziario. Passivo che, per la verità, - scrive - può essere determinato anche dal merito delle scelte strategiche della multinazionale tedesca”. “Nel territorio e in particolare nella stampa locale, - evidenzia Stufara nell’interrogazione - si fanno sempre più insistenti le supposizioni riguardanti il futuro dell’area a caldo, che costituisce un elemento fondamentale per la tenuta complessiva dell’industria siderurgica ternana e di cui si ipotizza da tempo la prossima cessione o chiusura senza che la direzione aziendale si sia preoccupata né di smentire, né di confermare”. “I lavoratori dell'azienda – sottolinea - subiscono da tempo questa situazione d'incertezza, che ha determinato non solo un forte e permanente ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria, ma anche l'inasprimento della condotta aziendale, culminato a maggio con il mancato pagamento dei premi di produttività trimestrali. Negli ultimi mesi – aggiunge – le condizioni di lavoro negli impianti destano gravi preoccupazioni, in quanto si sono avuti due incidenti mortali ed altri episodi di scarsa vigilanza e di sottovalutazione, da parte della direzione aziendale, delle imprescindibili esigenze di sicurezza e di tutela dei lavoratori all'interno della fabbrica. “L'esperienza recente – scrive ancora Stufara - ci ha dimostrato che, se si lascia al mercato la definizione dei modi, dei tempi e dei luoghi della produzione industriale, la delocalizzazione generalizzata è un esito forse ritardabile, ma certo non eludibile, con il risultato d'impoverire in modo irrimediabile il territorio ternano, già colpito dalla perdita del magnetico e adesso dalla vertenza Basell”. Per il capogruppo consiliare di Rifondazione comunista, in conclusione, “la riapertura di un tavolo di confronto e di concertazione per affrontare la questione delle tariffe energetiche e delle sanzioni comminate alla ThyssenKrupp-AST da parte della Ue e per l'aggiornamento del Patto di territorio, è un elemento irrinunciabile di programmazione dello sviluppo del territorio, non appieno rispettato dalla ThyssenKrupp-AST, rispetto a cui non si può e non si deve dipendere esclusivamente dalla disponibilità dell'azienda a discutere”. Condividi