La Cgil dell'Umbria nel corso del direttivo regionale del 29 luglio scorso, concluso dalla vicesegretaria generale Susanna Camusso, ha definito la linea d'azione dei prossimi mesi: una linea di azione che ha ben chiare le difficoltà della fase che si apre in questo autunno, difficoltà che abbiamo riconosciuto e segnalato prima di altri, a partire dall'attacco portato di concerto dal Governo nazionale con una Finanziaria contro lavoratori e pensionati e dal 'modello Marchionne', basato sull'attacco ai lavoratori e alla Democrazia in questo Paese.
Nessuno può ignorare le responsabilità del Governo, che opera un taglio di 240 milioni di euro in due anni all'Umbria (mentre per salvare la Mondadori si vara un decreto “ad aziendam” che ne costa alla collettività 340). Così come nessuno può sottacere l'assenza di una politica industriale, recentemente stigmatizzata anche dal Presidente della Repubblica.
La perdurante assenza del ministro competente, pesa infatti sulla nostra regione, alle prese con tante vertenze complesse, a partire da quella dell'Antonio Merloni, una delle più gravi e pesanti per il Paese.
In questo contesto estremamente negativo la Cgil è convinta che sia possibile e necessario aprire e approfondire un confronto positivo con la giunta regionale. Per questo accogliamo positivamente la disponibilità dimostrata ieri (giovedì 2 settembre) dalla Presidente Marini a riguardo.
Secondo noi, il confronto che andremo ad aprire deve avere tre caratteristiche:
1 ) Allargare e potenziare la concertazione e la contrattazione con la Regione e con tutti gli enti locali, a partire dalla predisposizione di un Piano regionale per il Lavoro e l'Occupazione, in particolare quella dei giovani, che rappresenta la vera priorità per la nostra regione. I nostri dati sulla cassa integrazione ci mostrano infatti una tendenza preoccupante (11mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore) e ci prospettano un rischio di ulteriore peggioramento dei livelli occupazionali, ponendo un problema di risorse da destinare agli ammortizzatori, sulle quali il Governo non ha ancora dato alcuna certezza. Naturalmente, il Piano per il Lavoro dovrà prevedere un ruolo diverso di Confidustria e delle imprese nella nostra Regione, puntando ad esempio, da subito, a contenere il ricorso allo straordinario nelle realtà non colpite dalla crisi per favorire l'occupazione.
2 ) Proseguire e ridare slancio al percorso delle riforme, sapendo che sull'Ater si è compiuto un primo passaggio positivo, ma tenendo sempre presente che nelle operazioni di riordino e negli ulteriori passaggi di riforma occorre salvaguardare funzioni, lavoro e livelli di welfare, evitando sovrapposizioni e duplicazioni. Su questo la Cgil da tempo ha dimostrato ampia disponibilità.
3 ) Crediamo poi che per salvaguardare e valorizzare il nostro welfare, oltre a continuare a contrastare con tutte le nostre forze i tagli del Governo, sia necessario cercare di ridurne gli effetti negativi. Per questo rilanciamo la proposta di utilizzare sempre più ed estendere il metodo della compartecipazione ai costi delle prestazioni erogate, naturalmente in maniera proporzionata al reddito e al patrimonio dell'utente, attraverso l'utilizzo dell'Isee e con controlli sistematici sulla veridicità delle dichiarazioni. In alcune regioni italiane si è dato vita a tale scopo ad accordi specifici con la Guardia di Finanza per contrastare le false dichiarazioni e dissuadere gli evasori dalla presentazione della domanda, recuperando così risorse importanti per chi ha veramente diritto ai servizi. Pensiamo che sarebbe opportuno sperimentare questo sistema anche in Umbria.
Siamo convinti che questa sia la strada giusta per sostenere le riforme e al tempo stesso difendere la qualità dei servizi. Una prima prova importante a riguardo sarà quella della costituzione dell'Azienda regionale dei trasporti, da sempre obiettivo dalla Cgil, ma che rischia di essere caratterizzata, visto il taglio di 35 milioni di euro imposto dal Governo, da una pesante riduzione dei servizi e dei livelli occupazionali.
Noi pensiamo che nel confronto con la Regione questa ipotesi vada contrastata, visto che i lavoratori del settore hanno già fatto sacrifici importanti e che quindi vada individuato un percorso di confronto che nella costituzione dell'Azienda salvaguardi i livelli occupazionali e la qualità dei servizi erogati.
Questa è la cruna dell'ago attraverso la quale dovrà passare la concertazione in Umbria. Questo è il livello della sfida che abbiamo davanti. E accanto al confronto che dovrà aprirsi nei prossimi giorni, la Cgil intende mantenere alto il proprio livello di mobilitazione, a partire dalla grande manifestazione europea del 29 settembre, indetta dalla Ces contro la linea dei tagli a senso unico e per un Europa sociale. E poi il 16 ottobre con la Fiom nazionale, per contrastare la 'linea Marchionne' e l'idea di uno sviluppo basato sul restringimento dei diritti dei lavoratori e della democrazia.
Sunday
05/09/10
14:32