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PERUGIA - ''L'efficacia di questa operazione non puo' che essere fatta risalire alla perseveranza dell'Arma''. Lo ha detto, tra l'altro, il colonnello Carlo Corbinelli, comandante dei Carabinieri della Provincia di Perugia, nell'illustrare l'arresto, avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri a Napoli, di Eduardo Pariota, considerato uno dei primi 100 piu' pericolosi latitanti d'Italia. Pariota, nato nel capoluogo campano 38 anni fa, e' stato ammanettato nel quartiere di Secondigliano mentre, in sella ad un ciclomotore, si stava intrattenendo con parenti e conoscenti; non ha opposto alcuna resistenza, e' stato detto, data la velocita' dell'intervento, condotto da 4 unita' del Nucleo investigativo perugino supportate dai colleghi napoletani. L'uomo era stato condannato a 28 anni ed 11 mesi di carcere con sentenza del Tribunale di Perugia del 3 luglio 2002 (divenuta definitiva il 13 gennaio 2005) per omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di armi. I fatti risalgono al gennaio del 1999, quando nella frazione di Ponte San Giovanni, nei pressi di un bar, Pariota uccise un albanese, Gramos Pazi, imbracciando una pistola calibro 9, e cerco' di ucciderne altri due, Mandrit e Kujtim Dulo. Sembra che alla base del diverbio, scoppiato in mezzo alla gente e che avrebbe potuto avere conseguenze anche piu' gravi, ci fossero futili motivi. All'atto del verdetto, l'omicida si rese irreperibile. ''Stiamo lavorando sugli sviluppi investigativi - ha spiegato il maggiore Pierugo Todini, comandante del reparto operativo - probabilmente Pariota ha legami con clan camorristici; certo e' che il contesto nel quale si era rifugiato ci lascia ampie ipotesi per lavorare''. Condividi