Marsciano, 28 ago. (Avi News) – Un settore che attualmente è allo sbando ma che proprio in questi giorni intravede la luce per uscire dal tunnel della crisi. È la fotografia della riunione del movimento “19 dicembre” della filiera suinicola umbra che si è svolta venerdì 27 agosto all’interno della Pro loco di San Valentino della Collina per discutere dei problemi del settore. All’incontro era presente il consigliere regionale del Pd, Gianfranco Chiacchieroni, che ha aderito all’invito del movimento che mette insieme rappresentanti della filiera suinicola, dagli allevatori agli operatori dei mattatoi, dai mangimisti ai trasformatori fino ad arrivare ai consumatori e veterinari. Più di 50 gli esponenti del movimento presenti (provenienti dalle zone di Bastia Umbra, Bettona, Costano, Marsciano e Trasimeno) per sottolineare l’importanza di un momento di crisi, che ha paralizzato non solo il settore ma gran parte dell’economia del territorio.
“La protesta dei suinicoltori – ha dichiarato il consigliere Chiacchieroni – mi trova profondamente schierato dalla loro parte nel sostenere un impegno istituzionale per rimuovere tutti gli ostacoli sulla strada della ripresa dell’attività suinicola. La situazione attuale vede paralizzato un settore del quale c’è estremo bisogno, vista anche la tipicità dei prodotti zootecnici che vengono dall’Umbria, dalla chianina alla norcineria. Sono prodotti per cui dobbiamo chiudere la filiera in Umbria, dalla nascita fino alla tavola. Ciò garantisce la cura e la certezza della loro stessa qualità”.
Attualmente nel mattatoio di Perugia viene macellato circa il 50 per cento dei suini rispetto all’anno scorso, con grave danno non solo degli allevatori, ma anche dei macellai e dei salumificatori, che in questo momento non hanno merce da reperire sul mercato e devono rivolgersi di conseguenza al prodotto estero. “Deve far riflettere il fatto – ha commentato Chiacchieroni – che la sagra della porchetta di Costano si sia svolta in questi giorni grazie a maiali spagnoli”.
Secondo Luigi Perucca, coordinatore del movimento “19 dicembre”, “questa situazione è stata determinata da una serie di cattive interpretazioni di una legislazione piuttosto lacunosa, che ha portato all’azzeramento di tutta la suinicoltura della zona, soprattutto dell’asse Bettona-Costano, che costituisce il cuore della suinicoltura umbra, quello più intensamente popolato di capi (circa 80mila) e soprattutto più avanzato dal punto di vista tecnico. In questo momento non disponiamo più di animali e di allevamenti aperti. Una recente ricerca – ha aggiunto Perucca – rivela che l’Umbria è al penultimo posto in Italia per l’offerta di prodotti tipici. Di questo passo è possibile arrivare all’ultimo gradino della classifica. Si è data la colpa alle nostre attività, quando c’è una filiera di controlli completi per quanto riguarda il liquame che viene immesso nei terreni, mentre chi non ha allevamenti usa magari fertilizzanti chimici inquinanti senza che gli organi di controllo lo sappiano. E invece, per dei cavilli giuridici e una cattiva interpretazione, gli effluenti sono stati considerati rifiuti per cui coloro che li hanno conferiti nel bio-digestore di Bettona sono stati accusati addirittura di associazione a delinquere”.
Ora, però, si aperto uno spiraglio, poiché circa due settimane fa il parlamento ha preso posizione riguardo alla definizione del termine refluo. “La legge 129 del 13 agosto 2010 – ha affermato Laura Ricciarelli, membro di una famiglia di suinicoltori – ha espressamente detto che il refluo non è da considerarsi un rifiuto ma un sottoprodotto per la produzione di energia, cioè qualcosa di assolutamente buono ed utile per l’economia e per l’energia rinnovabile. I reflui zootecnici dovranno essere utilizzati quindi per la produzione di energia pulita o anche come fertilizzante, amico dell’agricoltura biologica e della green economy di cui tanto si parla”.
Soddisfatti i suinicoltori, che ora vedono riconosciuto il fatto che il loro allevamento non è un pericolo ma un arricchimento per il terreno e per l’economia. “Il prossimo passo sarà quello – ha concluso Ricciarelli – di recepire la legge statale, con l’intervento della Regione e degli organi competenti”.
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