PERUGIA - “Vogliamo dire con forza a Tremonti, dalla terra che detiene un triste primato sugli infortuni sul lavoro, che considerare la legge sulla sicurezza sul lavoro un lusso denota una concezione premoderna della qualità dello sviluppo, della quale di certo non abbiamo bisogno. E' questo tipo di logica che alimenta quel pezzo di imprenditoria, che oggi trova un punto di riferimento nel nuovo Marchionne e nella vicenda di Melfi. Una vicenda che parla anche a noi e che spinge la Cgil dell'Umbria ad esprimere la propria totale solidarietà ai tre lavoratori esclusi dal lavoro, alla Fiom e alla Cgil nazionale”. A dirlo in una nota è il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Mario Bravi. “Per noi in Umbria – prosegue Bravi - lavoro e diritti sono un binomio inscindibile per una nuova qualità dello sviluppo. La nostra regione può affrontare questa sfida attraverso un Piano per il Lavoro che rimetta al centro dello sviluppo i diritti e dia risposta all'esigenza primaria espressa soprattutto dalle nuove generazioni: quella dell'occupazione. Accogliamo quindi con grande soddisfazione il fatto che alla Festa dell'Unità di Umbertide, l'assessore regionale Gianluca Rossi, abbia dichiarato la disponibilità della Regione a lavorare sulla proposta partita dai congressi nazionali e regionali della Cgil”. Secondo il segretario della Cgil umbra l'esigenza di una risposta all'altezza della situazione è “ogni giorno più forte”. L'ultima conferma arriva dai dati elaborati dal Osservatorio Cig della Cgil nazionale che dimostrano la gravità della situazione. “Infatti in Umbria – spiega Bravi – lo scorso mese risultavano coinvolti dai processi di cassa integrazione 23.521 lavoratori, di cui 13.757 in deroga. Per lo stesso periodo, i lavoratori in cassa integrazione a zero ore (quelli quindi completamente fermi e a rischio di perdita del posto di lavoro) risultano essere 11.761. Di questi 6.878 sono coinvolti dalla cassa in deroga”. E' proprio il dato sull'estensione della cassa in deroga sul totale degli ammortizzatori a destare le maggiori preoccupazioni nella Cgil, perché l'Umbria ha una percentuale di ricorso a questo ammortizzatore più che doppia rispetto alla media nazionale. “Dopo l'accordo sottoscritto con la Regione per la proroga della Cig in deroga fino al 31 dicembre 2010 – prosegue Bravi - il Governo non ha ancora dato alcuna risposta sull'esigibilità delle risorse per il 2011, anno che sarà ancora caratterizzato da una crisi perdurante sul versante occupazionale. Ma garantire le risorse per gli ammortizzatori sociali significa anche difendere l'apparato produttivo della nostra regione ed impedire un suo ridimensionamento. Dunque – conclude il segretario Cgil - accanto al Piano per il Lavoro che dovrà il frutto della nuova concertazione con la Regione e tutte le altre forze sociali dell'Umbria, il Governo deve dare certezze per evitare che allentino i livelli di coesione sociale del nostro territorio, con conseguenze che potrebbero risultare drammatiche”. Condividi