“Sul mancato trasferimento del ‘Repartino’al Silvestrini ci aspettiamo che vengano individuate responsabilità politiche e assunti impegni precisi. Non è pensabile che l’Umbria si rassegni a vedere riproposta l’immagine di una struttura manicomiale a
oltre trent’anni dalla riforma Basaglia. Sarebbe un tradimento delle ragioni stesse della nostra convivenza civile”. Così Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori, che torna a chiedere un pronunciamento della Giunta regionale in merito al mancato trasferimento del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, meglio conosciuto come ‘Repartino’, all’ospedale Silvestrini di Perugia.
Dottorini, che su questo argomento, nelle settimane scorse, ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, chiede di “conoscere i motivi
reali di questo ritardo inconcepibile e che qualcuno individuasse finalmente qualche responsabilità, magari indicando chi si oppone a questo atto dovuto”. Il capogruppo dell’Idv chiede, quindi, “dove sono finite le promesse reiterate dell’ex assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi e come sia possibile continuare a disattendere Piani sanitari regionali e impegni sanciti a più riprese. Forse – sottolinea - è giunto anche il
momento di chiedere conto alla classe dirigente della sanità locale, a iniziare dal direttore dell’azienda ospedaliera Orlandi, del proprio operato e di questa grave inadempienza, sempre che il governo regionale ne
abbia la forza e la volontà”.
Per Dottorini “è impensabile ritardare ancora una decisione in proposito, costringendo utenti e operatori a un altro inverno in una struttura che non ci risulta rispondere ai parametri minimi di sicurezza, con infissi e dispositivi fuori norma e con condizioni operative al livello di guardia.
Il Repartino non è un reparto qualsiasi, - spiega – perché a quel servizio vengono destinati i casi acuti, non trattabili altrove. Lì vengono effettuati i trattamenti sanitari obbligatori, decisi da
commissioni miste di medici, amministratori locali e magistrati. Abbiamo a che fare quindi con pazienti deboli e affetti il più delle volte da patologie gravi. E questo del Repartino – fa notare - è soltanto l’aspetto più evidente di una volontà politica che stenta a recuperare le ragioni di civiltà che avevano animato la riforma Basaglia”.
Dottorini ricorda come, “i Centri di salute mentale hanno subito negli anni una drastica riduzione del personale e i pensionamenti non trovano ricambio.
Tutto questo – osserva - porta a un indebolimento della capacità di tutela dei diritti del malato mentale che la nostra regione non può accettare. E’ urgente sapere – conclude Dottorini - quali provvedimenti intende prendere la Giunta regionale affinché si proceda in tempi brevi al trasferimento e ad una integrazione completa del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura del Dipartimento di salute mentale della Ausl n.2
all'interno dell'Azienda ospedaliera di Perugia, in ottemperanza alle leggi dello Stato”.
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