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Dopo anni di tira e molla, la multinazionale dell'acqua si è aggiudicata in pieno agosto il nulla osta per il «selezionatore» dei rifiuti, in una delle aree più inquinate d'Italia e con il più alto numero di tumori. Con l'aiuto della destra che governa la Regione CROTONE. «Sono 773, fino ad oggi, i casi di tumore inseriti nel Registro di Crotone». È lapidario Giancarmine La Greca, dirigente medico del Registro tumori della città pitagorica, nel riferire i primi drammatici dati sull'incidenza della malattia nel territorio. Il registro, da poco istituito e fortemente voluto dagli ambientalisti, certifica, dunque, quello che era già sulla bocca di tutti. A Crotone si muore più che altrove e i casi, riferiti agli anni 2006, 2007, 2008, indicano una prevalenza di tumori alla tiroide, al colon-retto, ai polmoni, al fegato e all'utero. Erano tanti anni che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenziava nel periodico «Rapporto sullo stato di salute in Italia» le criticità sanitarie della città ionica. E, da oggi, c'è anche il timbro di ufficialità ad accertare una tragedia collettiva che chiama in causa l'intera classe dirigente politica e padronale. Che negli ultimi decenni ha permesso, o quantomeno chiuso gli occhi, sul saccheggio indiscriminato delle risorse ambientali e su un inquinamento letale che non conosce soste e non ammette ostacoli. Pattumiera di Calabria Come noto, e come ampiamente riportato dal manifesto, il territorio del Comune di Crotone è già interessato da notevoli problematiche ambientali: 24 siti contaminati di interesse nazionale da sottoporre ad interventi di bonifica, discariche per rifiuti urbani e speciali pericolosi e non, termovalorizzatori per rifiuti e impianti biomasse già esistenti. Insomma, Crotone, da culla di civiltà dei tempi che furono, si è trasformata via via nella pattumiera di Calabria dei tempi nostri. E con il cambio della guardia ai vertici della Regione e, segnatamente, con l'arrivo di Peppe Scopelliti (Pdl) a capo della Giunta e di Francesco Pugliano (Lista Scopelliti) all'assessorato all'Ambiente, l'andazzo sembra destinato a peggiorare sensibilmente. Il selezionatore Ha aspettato con pazienza che mutassero gli equilibri in Regione, Provincia e Comune, Veolia, prima di sferrare il colpo finale per accaparrarsi un altro fazzoletto di questo territorio già martoriato. La pietra dello scandalo si chiama impianto di selezione dei rifiuti per la Calabria Sud meglio noto come «selezionatore», situato in località Ponticelli a Nord di Crotone. Veolia, multinazionale francese leader nel settore idrico e dei servizi ambientali, non ha mai fatto mistero di puntare alla realizzazione di questo megaimpianto localizzato, beninteso, in una zona da tempo urbanizzata, a forte espansione abitativa e turistica, col rischio di cagionare ulteriori problemi di salubrità all'ambiente e danni alla salute pubblica. Nel 2001 l'impianto viene autorizzato con ordinanza commissariale, dall'allora Commissario per l'emergenza ambientale Francesco Sottile, e nel 2005 l'allora Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli dà il via libera con un'ordinanza ministeriale alla messa in esercizio per 5 anni dell'impianto. Ai primi di gennaio la struttura, priva della necessaria Autorizzazione integrata ambientale (Aia), avrebbe dovuto, dunque, chiudere i battenti. E, in effetti, il 28 gennaio scorso la Conferenza dei servizi, composta da Comune, Provincia, Azienda regionale protezione ambientale (Arpacal) e Azienda sanitaria provinciale, si esprime in tal senso dando parere negativo alla prosecuzione dell'impianto diffidando la multinazionale «a non continuare ad esercitare l'attività di trattamento Rsu e valorizzazione rifiuti con autorizzazione scaduta ed in assenza del provvedimento Aia di cui al D.Lgs 59/05». Per il selezionatore, dunque, si profilava all'orizzonte il decreto di chiusura. Il Ras Con l'arrivo di Scopelliti e l'insediamento della sua Giunta le cose però mutano e non poco. Perché la delega all'ambiente viene conferita a Pugliano, un nome che ai più dice poco e, in effetti, dal pedigree decisamente opaco, ma dietro cui si nasconde, nemmeno tanto, il Ras della politica crotonese e non solo, Enzo Sculco. Già segretario regionale Cisl per un decennio, è lui l'uomo buono per tutte le stagioni, il camaleonte capace di trasmigrare disinvoltamente da uno schieramento all'altro, a capo del suo gruppo «I democratici». Che dalla sera alla mattina abbandona il partito di Bersani per salire, alla vigilia delle regionali, sul carro del vincitore predestinato Scopelliti al quale porta in dote decine di migliaia di voti. Sculco, però, non si candida in prima persona. Semplicemente perché non può candidarsi: ha subito una condanna in appello, bissata in seguito da un'altra in primo grado per una serie di gravi reati contro la pubblica amministrazione quando era, a cavallo del nuovo secolo, vicepresidente della Provincia di Crotone in quota Margherita. Inserisce, in compenso, nella Lista Scopelliti, il suo factotum, Pugliano, che ottiene una valanga di voti tanto da entrare di filato in Giunta. E quando c'è da scegliere la delega, Sculco e i suoi non ci pensano due volte, puntano al bottino grosso, mirano al grande affare dei rifiuti e optano per la delega all'ambiente. Con l'obiettivo malcelato di resettare quanto di buono aveva fatto il predecessore Silvio Greco distintosi nella vicenda delle navi dei veleni, sulle bonifiche e sulle Montagne nere di Crotone. Il passo successivo di Scopelliti è presto detto. Incurante di aver già ricevuto dal governo la qualifica di Commissario straordinario alla sanità, si autonomina Commissario per l'emergenza ambientale e indica of course come suo vice l'onnipresente Pugliano. Il primo banco di prova di questo nuovo corso in tema ambientale è per l'appunto Veolia e il selezionatore di Ponticelli. Il colpo di mano, Pugliano e i suoi, lo assestano ai primi di agosto, in piena canicola estiva. La Conferenza di servizi, riunitasi a Catanzaro Lido, incredibilmente si rimangia i precedenti dinieghi e concede il nulla osta. Votano a favore la Regione, la Provincia - che da un anno è guidata dal Pdl e che, rimpinguata dalle new entries dei transfughi di Sculco, vede in Consiglio una schiacciante maggioranza di destra di quasi il 90% - e incredibile ma vero il Comune di Crotone, a guida Pd, che, forse anch'esso attratto dalle sirene del Ras e incurante delle manifestazioni ambientaliste che sul punto hanno visto in prima fila il sindaco della città pitagorica Peppino Vallone, dà il suo apporto a questa trasformistica operazione. Con buona pace dei residenti e dei comitati che lamentano le emissioni odorigine e l'insalubrità ambientale peraltro vidimata dall'unico voto contrario in Conferenza, quello dell'Azienda sanitaria provinciale. Nemmeno sette mesi fa Veolia era stata diffidata dall'effettuare «attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione dei rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione». Oggi ha in tasca il nulla osta. Perché a Crotone, dove lo Jonio è colmo di meduse e il turismo è a pezzi, le solite consorterie nuotano a loro agio nel mare magnum delle ecomafie e del business dei rifiuti. Mentre le displasie aumentano sempre più. Condividi