di Daniele Bovi Ristrutturati dalla mattina alla sera. E' la sorte toccata a 21 lavoratori di Teleunit Spa, uno dei principali operatori alternativi nel campo delle telecomunicazioni nato nel 1997 a Perugia in seguito alla liberalizzazione del mercato. I ventuno lavoratori potranno “godere”, da oggi, della cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre 2010. Cassa integrazione che quasi certamente sarà l'anticamera del licenziamento. La decisione di apertura della procedura di mobilità è stata comunicata martedì con un fax intorno all'ora di pranzo. Nel corso del pomeriggio invece sono partite le chiamate ai 21 lavoratori interessati. Nel fax inoltre viene fissata per venerdì alle 13 l'assemblea tra i sindacati e i lavoratori, anche se una prima si è tenuta oggi durante la pausa pranzo. L'incontro di venerdì sarà, inoltre, l'occasione per raccogliere i mandati di quei lavoratori che vorranno essere tutelati dalle sigle sindacali. Per la verità quella di Teleunit è stata una partita che le associazioni di categoria non hanno praticamente potuto giocare. In azienda infatti, composta perlopiù da giovani specializzati, non ci sono iscritti al sindacato. La comunicazione che Teleunit aveva l'intenzione di procedere al licenziamento di 28 persone (su un organico complessivo di 87), è stata data alle organizzazioni sindacali i primi di agosto. Lunedì scorso invece c'è stato un primo incontro tra azienda e sindacati, nel corso del quale Cgil e Cisl sono riusciti ad ottenere la cassa integrazione straordinaria per tre mesi al posto dei licenziamenti e la riduzione degli esuberi da 28 a 21. Nel corso della riunione l'azienda ha presentato un documento in cui viene spiegato, sostanzialmente, che la situazione economica di Teleunit negli ultimi quattro anni si è fatta pesante e che il settore delle tlc sta andando in una direzione non prevista. Da parte sua invece il sindacato ha intenzione di capire se dietro la “ristrutturazione” c'è un serio piano di rilancio dell'azienda o se questa non è che l'anticamera di una lunga agonia. Da parte loro intanto, i 21 “ristrutturati” che fino a martedì erano convinti di avere un lavoro, da oggi dovranno pensare a ristrutturare la loro vita e quella delle loro famiglie. Condividi