di Giuliano Pennacchio (nostro inviato)
La CGIL: 'Le ragioni della FIAT sono pretestuose'
MELFI (POTENZA) - I tre lavoratori dello stabilimento di Melfi della Fiat, licenziati e poi reintegrati, hanno deciso di non entrare oggi in fabbrica, senza varcare i tornelli. Giovanni Barozzino, uno dei tre operai ha riferito a Dazebao: “Siamo andati via oggi dallo stabilimento, perché consigliati dai nostri legali.
Gli avvocati della Fiom, stanno facendo tutti i passi affinché venga rispettata la legge. I lavoratori di Melfi - ha continuato Barozzino, delegato Fiom - stanno esprimendo una grande solidarietà verso la nostra vicenda. Ieri non ha scioperato solo il 5% delle maestranze, come tutti gli organi d’informazione si sono affrettati ad affermare, bensì il 40-45% degli operai. Il secondo turno della fabbrica ha effettuato da giugno scorso 76 ore di sciopero; un contributo eccezionale alla vertenza. Saremo qui fuori dalla fabbrica tutti i giorni, a partire da domani, fino a quanto l’azienda non ottempererà a quanto previsto dalla sentenza del giudice del lavoro, che impone il reintegro al posto di lavoro”. Presenti fuori i cancelli della fabbrica anche molti lavoratori dell’indotto FIAT, della zona industriale di Melfi, che hanno solidarizzato con i tre operai.
I 3 operai, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte, Marco Pignatelli, hanno anche scritto oggi una lettera a Napolitano nella quale si legge: “Signor Presidente, le chiediamo di farci sentire lavoratori, uomini e padri, Ci rivolgiamo a Lei, Presidente, perché richiami i protagonisti di questa vicenda al rispetto delle leggi e perché nel suo ruolo di massima carica dello Stato sia da garanzia del rispetto della democrazia, della Costituzione e dello Stato di diritto in modo da ripristinare e garantire il libero esercizio dei diritti sindacali nonché dei diritti costituzionalmente riconosciuti a tutti, all'interno dello stabilimento Fiat Sata di Melfi".
Non sono mancate, anche nella giornata le reazioni per quanto sta succedendo a Melfi. La Cgil, innanzitutto, con la vice Segretaria Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha dichiarato che la FIAT “deve rispettare” la sentenza della magistratura sul reintegro degli operai di Melfi anche perché le ragioni fornite “sono pretestuose”.
“C'è una sentenza esecutiva della procura di Potenza - ha spiegato Camusso - e la FIAT deve rispettarla. Non c'è nessuno che possa esimersi dal rispettare una sentenza della magistratura con nessuna motivazione e quelle peraltro fornite in questa occasione dalla FIAT sono del tutto pretestuose”.
Replicando a Raffaele Bonanni che aveva sostenuto “la Fiat di non cada nelle provocazioni e nella trappola della Fiom”, la Camusso ha chiosato: “Non penso che siamo caduti in una trappola, mi stupisce che un grande sindacato come la CISL non capisca che se non si rispettano delle forme basilari che stanno alle origini delle relazioni sindacali non si può separare ogni pezzetto del percorso”. “Bisognerebbe dire alla FIAT - ha aggiunto - con la nettezza con cui va detto, che fa parte di un sistema, di un paese che ha delle regole e che quelle regole vanno rispettate da parte di tutti. E' importantissimo che la FIAT investa, noi l'abbiamo chiesto, rivendicato e sostenuto e non abbiamo nessun dubbio. Ma si investa secondo le regole e rispettando il diritto dei lavoratori.
La Fiom ha deciso, intanto, di convocare il suo comitato centrale per l'8 settembre, mentre altre iniziative saranno adottate quando sarà riunito il coordinamento auto, per decidere la mobilitazione a difesa dei diritti di tutti i lavoratori del gruppo FIAT.
A sostenere le ragioni dei tre operai licenziati a Melfi e reintegrati dal giudice del lavoro è intervenuto oggi, anche il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: "Le sentenze vanno rispettate anche quando non ci fanno piacere".. "Se il nostro è uno stato di diritto - ha aggiunto il ministro commentando la vicenda al Meeting di Rimini - non lo può essere a fasi alterne. C'è una sentenza e va rispettata". Una voce isolata, quella di Matteoli, dentro lo schieramento del centro destra, che sul nuovo modello autoritario delle relazioni industriali, voluto da Marchionne, sta puntando per zittire ogni possibile risveglio sociale del mondo del lavoro.
La lettera di Napolitano
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto ai tre lavoratori della Fiat Sata di Melfi; di seguito pubblichiamo il testo: "Cari Barozzino, Lamorte e Pignatelli, ho letto con attenzione la lettera che avete voluto indirizzarmi e non posso che esprimere il mio profondo rammarico per la tensione creatasi alla FIAT SATA di Melfi in relazione ai licenziamenti che vi hanno colpito e, successivamente, alla mancata vostra reintegrazione nel posto di lavoro sulla base della decisione del Tribunale di Melfi. Anche per quest'ultimo sviluppo della vicenda è chiamata a intervenire, su esplicita richiesta vostra e dei vostri legali, l'Autorità Giudiziaria: e ad essa non posso che rimettermi anch'io, proprio per rispetto di quelle regole dello Stato di diritto a cui voi vi richiamate.
Comprendo molto bene come consideriate lesivo della vostra dignità "percepire la retribuzione senza lavorare". Il mio vivissimo auspicio - che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della FIAT - è che questo grave episodio possa essere superato, nell'attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria, e in modo da creare le condizioni per un confronto pacato e serio su questioni di grande rilievo come quelle del futuro dell'attività della maggiore azienda manufatturiera italiana e dell'evoluzione delle relazioni industriali nel contesto di una aspra competizione sul mercato globale".
Da dazebao.org
Recent comments
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago
12 years 12 weeks ago