di Giuliano Pennacchio I tre operai licenziati: ci vogliono togliere la dignità ma non ci riusciranno La Fiom ricorre in sede penale. La Cgil : “Strategia autoritaria” dell’azienda. Sacconi e Bonanni contro i lavoratori MELFI - I tre operai licenziati dalla Fiat e reintegrati dal giudice del lavoro il 9 agosto scorso, accompagnati dagli avvocati e da un ufficiale giudiziario, Francesco D’Arcangelo, sono usciti intorno alle 15 dal cancello dello stabilimento di Melfi, che avevano varcato intorno alle ore 13.30. La decisione di far uscire gli operai è stata presa dai legali della Fiom, che, insieme ed un ufficiale giudiziario erano entrati in fabbrica. Il legale della Fiom, Lina Grosso, aveva chiesto all'ufficiale giudiziario di registrare la decisione dell'azienda di porre i tre operai reintegrati in una saletta per svolgere esclusivamente attività sindacale. Secondo l’avvocato del sindacato, i tre operai erano stati reintegrati dal giudice del lavoro e dovevano tornare nella stessa posizione e nelle stesse mansioni che occupavano al momento della sospensione e del licenziamento. "La decisione della Fiat è inaccettabile", ha dichiarato Lina Grosso, legale della Fiom, preannunciando una denuncia penale alla Procura della Repubblica di Melfi contro la Fiat. “Lavoratori, orgogliosi di esserlo” “Il giudice ha ordinato il reintegro- aveva sostenuto Giovanni Barozzino uno dei tre licenziati. In Italia, la democrazia c’è e la legge è uguale per tutti”. Per noi e’ una questione anche di dignità: continuare a prendere lo stipendio ma rimanere a casa? Ma che tipo di insegnamenti potremmo dare ai miei figli? Ci vogliono togliere la dignità, ma non ci riusciranno. Noi vogliamo sudarci il nostro posto di lavoro. Siamo lavoratori, orgogliosi di esserlo”. La Fiom aveva proclamato un'ora di sciopero, dalle ore 14 alle 15 in solidarietà ai tre; i lavoratori hanno sfilato all’interno dello stabilimento. La decisione del Lingotto è stata giudicata dai lavoratori di Melfi sbagliata: un modo autoritario di affrontare il conflitto. L’episodio del mancato reintegro ricorda altri tempi ed impedisce ai rappresentanti sindacali di stare sulle linee di montaggio; è da lì che si esercita l’effettiva rappresentanza sindacale. In un volantino, che è stato distribuito davanti alla fabbrica, la Fiom aveva chiesto l'intervento del Presidente della Repubblica e "di tutte le istituzioni democratiche" perché sia fatto rispettare "il principio costituzionale secondo cui la legge è uguale per tutti". Sono presenti, a Melfi il segretario regionale lucano della Fiom, Emanuele De Nicola, il responsabile nazionale del settore auto della stessa Fiom, Enzo Masini, ed altri dirigenti regionali. Epifani e Scudiere: la Cgil respinge la linea del Lingotto Guglielmo Epifani, è intervenuto questa mattina in merito alla situazione politica e sociale del Paese ed a quello che sta succedendo in Fiat ed a Melfi, in particolare, dichiarando:"Dell'atteggiamento della Fiat mi ha colpito il cambiamento di linea fulmineo. Marchionne appariva come un manager moderno che intendeva valorizzare i lavoratori e gli stessi sindacati. E per questo aveva suscitato interesse e una diffusa simpatia. Oggi si ripropone, invece, l'immagine della vecchia Fiat che chiede di scambiare il lavoro con la negazione di alcuni diritti. Penso che così facendo si finisca per danneggiare la stessa immagine dell'azienda. Perché non si può giocare con la vita delle persone, come sta accadendo nella vicenda di Melfi". Anche il segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, è intervenuto: “Quella della FIAT è una linea che la CGIL non puo' assolutamente accettare. La FIAT continua nella scelta di una strategia autoritaria di gestione delle relazioni sindacali e dell'azienda”. Quello a cui siamo di fronte, aggiunge il dirigente sindacale " è un errore che sostanzialmente determina un aumento della mancata credibilità dei suoi piani e mette in forse anche le relazioni sindacali future”. “Continuare su questa strada - conclude Scudiere - non può che produrre conflitto, mentre un'azienda moderna dovrebbe costruire consenso anche quando è molto difficile farlo”. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, sulla vicenda dei 3 operai licenziati dalla Fiat da Rimini, dal Meeting di CL, è intervenuto sostenendo che “c'è una vicenda che investe alcune persone e che riguarda processi giudiziari sulla quale non mi esprimo. Poi c'è una dimensione politica: può un singolo lavoratore impedire ad altri di lavorare? Perché la Fiom non interviene su questo?". E con l’ormai consueto attacco alla Fiom il ministro Sacconi ha fatto chiaramente capire il suo pieno accordo con l’operato della Fiat. Sacconi ha anche detto di condividere "al 100%" quanto sul tema aveva detto ieri, sempre dal Meeting di Rimini, dal segretario della Cisl Raffaele Bonanni che si era spinto a dire: “La Fiat sbaglia a non reintegrare i tre operai, perché così facendo finisce di rincorrere le provocazione della Fiom”. Da dazebao.org Condividi