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L’aumento generalizzato delle crisi industriali in Umbria non risparmia attualmente nemmeno l’economia di Città di Castello e dell’Alto Tevere Umbro. Come più volte denunciato dalla Cgil interi settori dell’industria e dell’artigianato, come il tessile, la ceramica, il grafico, il legno e il metalmeccanico, e dell’agricoltura (tabacco), continuano ad essere sostanzialmente in grande difficoltà. Precarietà giovanile, cassa integrazione ed espulsione dal mondo del lavoro delle fasce d'età più a rischio (tra i 45 e i 55 anni), sono le condizioni a cui già ora sono costrette parti sempre più consistenti del mondo del lavoro tifernate. Intanto, pensiamo che rispetto alla volontà annunciata dalla Presidente Marini di un rilancio del Patto per lo Sviluppo, sia necessario proporre un modello distrettuale moderno che premi e valorizzi professionalità e produzioni locali, contrastando con forza soluzioni che delocalizzino la produzione o che taglino posti di lavoro. Per fare questo le infrastrutture necessarie al territorio e alla sua economia assumono caratteristiche strategiche fondamentali, soprattutto perché la frantumazione delle imprese che ha garantito competitività sui costi del trasporto ieri si sta rivelando oggi il principale ostacolo ad una programmazione equilibrata del trasporto. Al di là di recenti dichiarazioni strumentali di chi ha la presunzione di rappresentare un intero territorio e di mettere d’accordo interessi diametralmente diversi, noi pensiamo che la realizzazione della Piastra Logistica possa rappresentare davvero una nuova occasione di sviluppo per la nostra economia, anche per rilanciare la linea ferroviaria verso Nord e per potenziare la Ferrovia Centrale Umbra, con un’ottica di integrazione nel trasporto delle merci fra ferro e gomma. Non solo. Un plauso va al Presidente della Provincia di Perugia Guasticchi che ha preso un’iniziativa istituzionale importante rispetto all’urgenza della messa in sicurezza della E45, soprattutto nel tratto compreso fra Città di Castello e Cesena. Certo, il territorio si aspetta anche il completamento della E78, ma su questo aspetto le responsabilità sono tutte del governo centrale, visto che le Amministrazioni locali hanno già abbondantemente messo a disposizione il proprio territorio consapevoli dell’importanza di questa infrastruttura per lo sviluppo economico e per l’occupazione. Certo, per far uscire da crisi profonde interi settori produttivi del nostro territorio le infrastrutture sono occasioni fondamentali, ma non sono comunque sufficienti: anche attraverso le risorse locali occorre puntare su un ciclo produttivo che rilanci la formazione permanente, la ricerca, gli investimenti tecnologici, una moderna economia territoriale fondata, cioè, non su una competitività che miri all’inseguimento della forza lavoro al prezzo più basso e alla precarizzazione del lavoro e della vita, ma che punti invece alla qualità di prodotto e all’integrazione di sistemi produttivi distrettuali di seconda generazione. Furio Ferruccio Benigni Comitato Politico Regionale Prc Umbria Condividi