E' con grande soddisfazione che apprendiamo della sentenza del tribunale di Melfi, che condanna la Fiat per comportamento antisindacale, che ordina l'immediato reintegro al lavoro per i tre lavoratori (di cui due delegati della Fiom) ingiustamente licenziati con l'accusa di sabotaggio. Giustizia è fatta applicando lo Statuto dei diritti dei lavoratori e grazie ad una Magistratura indipendente che si è basata sui fatti realmente accaduti. Ci auguriamo che la Fiat valuti tutto ciò con molta attenzione, perché pensare di uscire dalla crisi cancellando il Contratto nazionale, le Leggi e la Costituzione porta solo fuori strada e non risolve nessun problema. La Fiom conferma la disponibilità a riaprire un vero negoziato su tutti i temi aperti con la Fiat, che ricerchi le soluzioni nel rispetto del Contratto nazionale, delle Leggi e della Costituzione. E' fuorviante pensare che i problemi si possono risolvere con la cosiddetta “Newco” a Pomigliano e con le deroghe al Contratto nazionale, sarebbe utile che anche Fim e Uilm se ne rendessero conto. La contrattazione collettiva è una risorsa anche per ricercare soluzioni innovative tra le parti, se diventa una reale mediazione tra i diversi interessi del lavoro e dell'impresa. Per uscire dalla crisi il lavoro deve diventare interesse generale per il Paese, ricercando un nuovo e ambientalmente sostenibile modello di sviluppo. Per questo essere a Roma il 16 ottobre alla Manifestazione nazionale dei metalmeccanici per il lavoro, la democrazia, la legalità ed un vero contratto nazionale significa essere dalla parte giusta: quella del Lavoro e della Giustizia sociale. Condividi