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PERUGIA - In Umbria accanto agli evidenti effetti della crisi economica ci sono anche alcuni settori in forte crescita (fotovoltaico, energie rinnovabili da biomasse, produzioni biologiche tipiche, grande distribuzione alimentare) che promettono occupazione certa, buoni stipendi e prospettive sicure ma che, per dispiegare tutto il loro potenziale produttivo, chiedono risposte piu' veloci della pubblica amministrazione, normative semplici e certezza sull'esito finale dei progetti da presentare. E' quanto emerso dall'ultima audizione prima della pausa estiva della seconda commissione del consiglio regionale, con quattro grandi aziende umbre: il gruppo alimentare Abbondanza Srl, la Tetra Engineering di Perugia, la Coop Centro Italia e la Agribosco Srl di Sigillo. Il gruppo alimentare Abbondanza - riferisce un comunicato della Regione - ha detto di prevedere per i prossimi anni ''investimenti notevoli con apertura di altri 5 supermercati e 3 superstore'', ma che ''serve urgentemente un grande magazzino per la logistica nell'area di Citta' di Castello, in prossimita' dello svincolo, per dieci ettari di superficie''. Pero' ''a Terni, nonostante la buona volonta' di tutti, e' fermo da quattro anni un investimento per due milioni di euro: gli enti di Toscana e Marche sono piu' veloci''. La Tetra Engineering e' ''sommersa da richieste di impianti fotovoltaici con 20 persone che fanno solo progettazione. Assumiamo in media una persona al giorno con contratti legati ai singoli cantieri, ma con stipendi buonissimi, fino a 2.500 euro mensili. Ma un anno fa abbiamo dovuto piantonare il titolare del provvedimento per avere da un comune una Dia (dichiarazione di inizio attivita')''. Coop Centro Italia ha ricordato che ''in Umbria la competizione e' enorme: qui ci sono piu' supermercati che nel resto d'Italia, ma si continua a decidere nuove autorizzazioni sulla base di interessi edilizi immobiliari o di aree da recuperare. La politica dica chiaramente se vuole o no ulteriori grandi superfici commerciali. Il mercato va comunque bene per i prodotti alimentari umbri di eccellenza (olio e vino in primis). Come azienda abbiamo ridotto il lavoro precario dal 10 al 3 per cento e non risentiamo dei problemi del credito, perche' dai soci abbiamo raccolto 800 milioni di euro e disponiamo di un fondo nazionale di 600 milioni per investimenti''. Per Agribosco Srl ''il mercato e' cosi' in crescita che ci servirebbero altri 400 ettari coltivati a biologico per introdurre nuovi prodotti riscoperti, ma avrebbero grande spazio anche legumi e fagioli tradizionali, cosi' dimenticati che in Italia non ci sono piu' macchine per raccoglierli. Ci serve anche di realizzare nell'area appenninica umbra un pastificio (investimento presumibile 3 milioni di euro) che lavori esclusivamente per noi, perche' il rigore e l'attenzione con cui ci seguono dall'estero, sopratutto dagli Usa, fa si' che ormai il biologico italiano si identifichi esclusivamente con le aree collinari di Umbria, Toscana, Marche ed alto Lazio: troppe sono state le truffe messe in atto da operatori senza scrupoli che commercializzavano ad esempio lenticchie della Turchia''. Condividi