Riceviamo epubblichiamo la nota giunta alla nostra redazione dal Comitato NO CAVE di Gualdo Tadino
Il Comitato No Cave nasce dall’esigenza di alcuni cittadini di rendersi attivi nella difesa del territorio e dell’ambiente del Comune di Gualdo Tadino, segnato nell’ultimo decennio da numerosi tentativi di illogico ed immotivato sfruttamento.
Rappresentato e difeso dall’Avv. Alessandro Fratini, Il Comitato No Cave ha intrapreso attività giudiziaria di impugnativa della delibera n.128 sulla variante al P.R.G. del Comune di Gualdo Tadino del 06/11/2009.
Mediante la delibera di variante al PRG n.128, di fatto sarebbe possibile procedere a riattivare siti di cava dismessi nella porzione montana del Comune di Gualdo Tadino, in prossimità dell’abitato della Frazione Vaccara. Vi è da precisare che il territorio sopra indicato è già stato pesantemente influenzato dal selvaggio sfruttamento dei decenni passati, che ha lasciato ferite evidenti e mai sanate. Nonostante la società richiedente l’autorizzazione all’escavazione ed il Comune di Gualdo Tadino, insistono nel definire eventuali interventi quali riambientamento o risanamento, a giudizio del Comitato No Cave, si ritiene che a oggi si possa parlare solo di riapertura di siti di cava.
La volontà è di evitare quanto già accaduto in passato, soprattutto tenendo in considerazione le criticità, le particolarità del territorio.
Sostanzialmente l’attività del comitato è stata quella di mettere alla luce quelle che sono a suo parere, le notevoli e profonde incongruenze della procedura istruttoria che ha portato a deliberare una variante allo strumento pianificatorio comunale, che non ha tenuto conto dei vincoli ambientali esistenti.
La vicenda prende le mosse dalla richiesta effettuata da una società privata, la quale ha proposto istanza dell’anno 2005 per essere autorizzata ad effettuare attività estrattive nel territorio montano del Comune di Gualdo Tadino, in prossimità della frazione Vaccara.
Detti luoghi erano già stati oggetto in passato di attività estrattiva e di fatto mai messi in sicurezza ne tanto meno recuperati in termini ambientali e paesaggistici.
Da qui è partita l’impugnativa di un atto ritenuto assolutamente immotivato ed illegittimo per le seguenti ragioni:
• L’intervento paventato di riambientamento dei vecchi siti di cava, ad una attenta lettura degli elaborati tecnici relativi all’istanza del 2005, fanno presupporre interventi di natura più profonda ed invasiva. Secondo le posizioni del Comitato No Cave una vera e propria riapertura dei siti di cava, in questo senso non ammesso dalla normative regionale di riferimento sui predetti luoghi e pertanto vietati.
• I volumi di materiale che si vorrebbe estrarre, rappresentano delle quantità assolutamente non in linea con i parametri delle normative regionali e secondo anche i dati delle recenti statistiche minerarie pubblicate dalla Provincia di Perugia, tanto da far presagire il danno ambientale ed appunto un intervento che va oltre il presupposto riambientamento;
• Il territorio montano del Comune di Gualdo Tadino, in particolare quello eventualmente investito dall’attività estrattiva, presenta notevoli criticità. In particolare si segnala nelle vicinanze dei luoghi di intervento, l’esitstenza di sorgenti e punti di captazione di acqua ad uso civile di interesse regionale quale il pozzo Vaccara ed il torrente del Rio Vaccara, posti a poche centinaia di metri dalle zone di eventuale intervento estrattivo. Oltretutto vi è la presenza del sito archeologico del Colle dei Mori, interessato già da molti anni da fenomeni di instabilità geologica. Ma anche la vicinanza a siti di interesse comunitario e la presenza di specie arboree protette nei luoghi di intervento, in virtù di vincoli ambientali posti dalle normative di settore.
• Oltretutto la procedura di variante al piano regolatore è affetta da notevoli vizi a partire dalla erronea modalità di convocazione della seduta Comunale, che ha portato all’approvazione della delibera impugnata, sino al mancato superamento del parere negativo fornito dalla Comunità Montana sia nell’ambito della procedura di Via che di Conferenza dei servizi. Parere negativo che doveva essere affrontato nel rispetto della normativa di cui alla Legge 241/90, anche se così non è avvenuto, come ritenuto dal Comitato stesso.
• Oltretutto il Comune di Gualdo Tadino da un intervento di escavazione di circa 2.800.000 metri cubi di materiale della durata di circa dieci anni, avrà un introito pari ad €1.200.000,00. Per dare un’idea del valore di €1.200.000,00 per un’amministrazione quale il Comune di Gualdo Tadino si precisa che detta somma sarebbe sufficiente a coprire lo stipendio di circa 30 dipendenti per due anni. Sostanzialmente niente rispetto ad un volume di affari per la parte privata che si aggira nell’ordine delle decine di milioni di Euro. Contando che le presunte ricadute occupazionali sul territorio si aggirerebbero intorno 4/5 unità lavorative e ad un non meglio identificato indotto.
Per l’ennesima volta il territorio di Gualdo si troverebbe a dare molto in cambio di poco e ad esso si riserveranno danni ulteriori ed irreversibili per l’ambiente giacchè le risorse naturali sono ridotte e finite.
Per il Comitato No Cave Gualdo Tadino
Avvocato Alessandro Fratini
Recent comments
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago
11 years 50 weeks ago