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di Flavia Orlandi Il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano organizza tre giorni di dibattiti ed eventi su tematiche ambientali nella futura possibile area dell’impianto L’estate è il periodo più pericoloso per l’ambiente. E non solo per la maggiore frequenza degli incendi o per l’indolenza dei controlli sulle attività illecite: agosto è il mese in cui si realizzano le decisioni politiche più impopolari. I cittadini infatti sono meno presenti sul territorio, e le notizie possono arrivare direttamente a settembre, a giochi già conclusi. I membri del Coordinamento contro l’inceneritore di Albano conoscono bene questo meccanismo: è quello che è successo l’anno scorso, quando nella calura del 13 agosto è stata approvata l’Autorizzazione Integrata Ambientale, in barba alle precedenti promesse di Marrazzo di congelare la procedura fino all’autunno. È successo nel 2008 che vide la conferma della costruzione dell’impianto nel Piano Regionale dei rifiuti prodotto a fine giugno. Impianto che tra l’altro all’epoca aveva ricevuto una Valutazione di Impatto Ambientale negativa, ancora non magicamente mutatasi in positiva. E per quest’anno i membri del Coordinamento prevedono la partenza “clandestina” dei cantieri, mentre alla discarica di Roncigliano i camion di spazzatura in entrata si stanno moltiplicando nonostante il preannunciato esaurimento degli invasi a disposizione. E allora, per mantenere vivo l’interesse dei cittadini sull’area da monitorare il 6, 7 e 8 agosto è stata organizzata un’iniziativa alle porte della discarica (al 25° km della via ardeatina). Si tratta di un’area agricola, paradossalmente ricca di verde, che potrebbe venir compromessa del tutto dal progetto della Regione. L’iniziativa del Coordinamento consiste in tre giorni di dibattiti, eventi e soprattutto in un’occasione per incontrarsi e confrontarsi sulle tematiche ambientali più preoccupanti in Italia. Non si parlerà infatti solo di rifiuti: il primo giorno sarà dedicato al previsto ritorno del nucleare in Italia, con un dibattito nel quale interverrà il fisico nucleare Angelo Baracca, professore presso l’università La Sapienza. Sarà poi la volta, il giorno successivo, delle problematiche connesse all’acqua, che negli ultimi mesi hanno ampiamente occupato il dibattito pubblico per la proposta di un referendum popolare. Si parlerà allora dei processi di privatizzazione in atto, ma anche della carenza idrica dei Castelli Romani, che verrebbe messa a dura prova dalla costruzione dell’impianto di incenerimento. Interverranno in questo caso il chimico Aldo Garofalo e il Comitato per l’acqua pubblica di Velletri, soggetti occupatisi delle analisi delle acque locali negli ultimi anni, preoccupati per i crescenti livelli di metalli rilevati. L’ultimo giorno si parlerà infine di rifiuti ed energia, con una tavola rotonda tra alcuni movimenti del Lazio tra cui il Comitato per il risanamento ambientale di Guidonia e il Comitato per la tutela della Valle del Sacco. Ai dibattiti si affiancheranno iniziative culturali e un punto ristoro per la cena. Nel frattempo tra le ultime notizie sul caso inceneritore c’è da segnalare la conferenza dei sindaci del bacino di riferimento (Albano, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Pomezia e Rocca di Papa) avvenuta il 2 agosto. Alla fine di una lungo discussione a porte chiuse, nel Municipio di Albano, i sindaci hanno prodotto un documento con cui richiedono alla Presidente della Regione Renata Polverini la sospensione dell’AIA relativa all’impianto, prodotta lo scorso anno. Un nuovo segnale della progressiva presa di coscienza del pericolo che il territorio sta correndo. Da dazebao.org Condividi