di G.Penn.
Megale “Non si seguano i cattivi esempi come quello della Fiat. Sileoni ( Fabi): “ L’effeto Marchionne ha contagiato il gruppo”
MILANO. Unicredit ha annunciato ai sindacati 4.700 esuberi all'avvio delle trattative legate al riassetto per la Banca Unica. Oggi infatti si sono già aperte a Milano le consultazioni dei sindacati e Unicredit sul progetto per riorganizzare il gruppo: gli esuberi riguarderebbero il triennio 2011-2013. La comunicazione è giunta dopo l'incontro tra l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ed i rappresentanti sindacali.
Il segretario generale della Fisac - Cgil, Agostino Megale, mette in guardia Profumo: “Non si seguano ‘i cattivi esempi’, come quelli di Fiat, e- dice- si lavori per rafforzare le relazioni industriali”
Lando Sileoni, della Federazione Autonoma Bancari Italiana (Fabi) ha dichiarato: ''L'effetto Marchionne-Fiat ha purtroppo contagiato con un effetto domino il gruppo Unicredit'. Si vuole "cambiare profondamente il contratto nazionale di lavoro che da settembre le organizzazioni sindacali dovranno discutere in Associazione bancaria italiana. Profumo, l’AD di Unicredit, medita di farsi un contratto nazionale a parte?”
Alla luce di questo piano, conclude l’esponente della Fabi: "prevediamo da settembre, quando inizierà la trattativa con le organizzazioni sindacali, un aspro e duro confronto non solo sui numeri ma soprattutto su quel modello organizzativo che dal 2007 ad oggi ha causato la fuoriuscita dal gruppo di 10mila lavoratori oltre ai 4700 esuberi dichiarati oggi, e di altri 1500 lavoratori che hanno seguito la cessione ad altre banche di 500 sportelli Unicredit".
Intervenendo nel merito del Piano Banca UnicaIl segretario della Fisac - Cgil chiede quindi “garanzie per l’occupazione, partendo dal fatto che si può anche ragionare su eventuali uscite per coloro che hanno maturato il diritto alla pensione dando priorità a criteri di volontarietà, e soprattutto concordando con il sindacato un piano per l’inserimento al lavoro dei giovani, all’insegna del rispetto del contratto nazionale di lavoro e dei diritti”.
Infine, aggiunge Agostino Megale, “in un momento difficile nel quale si affrontano temi così importanti come quelli del lavoro e dell’occupazione, è auspicabile che l’azienda non segua ‘i cattivi esempi’ come quelli di Fiat; sia capace, invece, di negoziare un piano occupazionale che, salvaguardi i diritti degli anziani e che dia una prospettiva alle nuove generazioni, nel rispetto del contratto nazionale di lavoro e di un politica capace di offrire diritti e tutele ai più deboli”.
Da dazebao.org
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