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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa giuntoci dal Gruppo Regionale del PRC La riattivazione della Cava di Vaccara di Gualdo Tadino non rappresenta un'opera di riambientamento ma la riprese dell'escavazione in un sito che già in passato ha subito danni da queste attività. Un territorio ricco e fragile, in cui insistono una importante sorgente e il sito archeologico di Colle di Mori, verrebbe stravolto dall'estrazione di 4 milioni di tonnellate di materiali a scapito dell'ambiente e a esclusivo beneficio dell'impresa estrattrice. Questo è quanto è emerso dalla conferenza stampa svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni e convocata dal consigliere regionale di Rifondazione comunista Orfeo Goracci, a cui hanno partecipato il consigliere provinciale del Prc Luca Baldelli, il consigliere comunale Gianluca Graciolini e l'avvocato del “Comitato No Cave” di Gualdo Tadino Alessandro Fratini. Durante la conferenza stampa è stato spiegato che il bene ambientale e la sua tutela devono essere considerati un valore assoluto: ben vengano i riambientamenti ma dietro ad essi non devono passare dei progetti come quello di Vaccara, una cava da cui dovrebbe essere estratto il 10% di tutto il materiale escavato in provincia di Perugia. La qualità ambientale è anche qualità della vita e per questo il progetto di riapertura della cava di Gualdo Tadino non può essere accettato. A fronte di 4 o 5 posti di lavoro promessi si estrarrebbero 4 milioni di metri cubi di materiali destinati ad essere trattati ed utilizzati fuori dall'Umbria. Tutto questo, che avrà un forte impatto ambientale e metterà a rischio l'importante sorgente di Vaccara e il sito archeologico di Colle dei Mori, porterà nelle casse del Comune di Gualdo soltanto 1,2 milioni di euro in 10 anni: una cifra irrisoria rispetto alle dimensioni e all'impatto dei lavori. Non è certamente questo il modello di sviluppo che intendiamo sostenere e perseguire, hanno detto i relatori; sarebbe molto più sostenibile procedere con il recupero degli inerti da demolizione, come già avviene in molte altre regioni. Su iniziativa del “Comitato No Cave” è stato presentato un ricorso al Tar contro la variante al Piano regolatore di Gualdo Tadino che consentirebbe la ripesa degli scavi: l'intervento previsto non sembra infatti essere compatibile con il territorio di Vaccara, che in parte risulta anche essere vincolato e dove, nel 2007, la momentanea interruzione della sorgente Vaccara costrinse Umbria Acque ad attivare un servizio di autobotti per assicurare la fornitura di acqua potabile. Condividi