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«Ho vissuto 50 anni con lei. Entravo ed uscivo da casa sua con la naturalezza di chi ci vive. Eravamo come una famiglia. La sua scomparsa mi lascia molto solo, ma dobbiamo piegarci al volere degli anni». Con la scomparsa di Suso Cecchi D'Amico, Mario Monicelli, 95 anni, resta uno dei pochissimi protagonisti viventi della grande generazione del cinema italiano. «Più che aver lavorato con lei, posso dire di aver vissuto con lei - racconta Monicelli -. Ci si incontrava la mattina è si passavano le prime ore a parlare di tutto, dalle nostre cose alla politica. Ed era lì, in quegli incontri, che nascevano le idee. Era un lavoro propedeutico alla seconda parte della giornata nella quale poi si passava a confezionare le storie. In fondo i racconti nascevano dalla collaborazione, da un continuo intrecciarsi di spunti». Tantissime le pellicole di Monicelli scritte dalla sceneggiatrice romana, tra cui "Speriamo che sia femmina", "I soliti ignoti", "La ragazza con la pistola". Da liberazione del 1 agosto Condividi