“Ghe pensi mi”, aveva gridato Berlusconi di ritorno dal Brasile, un viaggio allietato anche da festicciola privata, a fronte di una situazione un po’ incasinata del suo Pdl e del governo. Abbiamo visto tutti come è andata a finire. Il “ ghe pensi mi” è stato un rimedio peggiore del male. “ Sono quattro sfigati pensionati” aveva detto a proposito della ricostituzione di una nuova P2 denominata P3. Non a caso il Presidente della Repubblica parla di “ squallide consorterie”. Del resto è lo stesso sottosegretario alla Giustizia,l’indagato Giacomo Caliendo, sul quale pende una mozione di sfiducia presentata alla Camera che potrebbe andare in discussione nei prossimi giorni, a dire che uno degli “ sfigati pensionati”,Pasquale Lombardi, e“ uno potente”.
“ Io – afferma Caliendo, interrogato da giudici - non avevo bisogno di lui. E, a dire la verità, lui non aveva bisogno di me: per molti è un interlocutore stimato. È uno che conta».” Sono un piccolo gruppo, neppure una decina, non contano niente, se si votasse prenderebbero l’uno per cento o giù di lì, aveva detto a proposito di Fini e dei “ figiani”. Per ora alla Camera il gruppo “ Futuro e Libertà” conta trentatre deputati e, dice il finiano Menia: “ C’è la fila per entrare nel nostro gruppo”. Lunedì il gruppo dovrebbe essere costituito anche al Senato. Insomma Silvio Cesare non ne indovina neppure una. La realtà è che si trova in uno stato confusionale. La mattina dice una cosa, nel pomeriggio alle ore 17 in punto dice il contrario. Ai suoi aveva dato l’ordine di aprire la campagna elettorale, mettendo alla gogna i finiani. Insieme aveva ordinato di organizzare un mercato, non pubblico, per acquistare qualche deputato dell’Udc, tentare con “cani sciolti” del gruppo misto.
Cesare:il governo è forte, unito, solido,va tutto bene
Poi qualcuno ha ripensato che tutto questo poteva essere un segno del nervosismo che alligna nel Pdl e nella Lega. Un segno di debolezza. Si torna indietro. Niente elezioni, niente crisi, il governo gode ottima salute, niente governi di transizione, niente larghe intese, niente governi tecnici, Napolitano si metta bene in mente di tenersi fuori. Berlusconi vuol dare una immagine di forza, di serenità. I “figiani” saranno i nostri alleati, come la Lega, dice Cesare. Gaffe formidabile: dopo averne detto peste e corna, ora diventano “ alleati”. Il documento approvato dall’ufficio di presidenza del Pdl, cesare stesso, sembra un “editto da tribunale del popolo” lo definisce Menia che aggiunge: “ E’ imbarazzante che un partito processi una persona per un reato d'opinione e paradossale che i probiviri vengano nominati l'altra sera per processare Fini e gli altri". Davvero strana la giravolta di Berlusconi. Sarebbe come se un giudice si alleasse con il condannato. Per di più mettendolo insieme alla Lega che ha fatto di tutto perché il cavaliere cacciasse il presidente della Camera. Insomma siamo ad un nuovo “ ghe pensi mi”. Balle.
Il Governo traballa e cerca di comprare deputati
Il governo traballa tanto che uno come il ministro Fitto, anche lui un “frequentatore” di aule giudiziarie, pone il problema dell’allargamento della maggioranza all’Udc pur confermando "la solidità dell'alleanza tra il Pdl e la Lega" e dell'intero Governo Berlusconi. "Ci siamo sempre detti disponibili ad allargare i confini della maggioranza, ed è inevitabile ricordare e sottolineare come con l'Udc ci sia sempre stato un dialogo proficuo su obiettivi e valori comuni". Un nuovo no arriva da Pierferdinando Casini che insiste sulla costituzione di un esecutivo di responsabilità nazionale e prevede che in settembre per il governo la situazione peggiorerà ulteriormente. Dice il leader dell’Udc:” Se si vuole continuare a intraprendere scorciatoie, questo è un problema del presidente del Consiglio, che non vede quello che tutti gli italiani vedono e che cerca, con la pubblicità, di far passare un'immagine del governo che non corrisponde alla sostanza". Parla poi di un buon rapporto con il Pd mentre con Di Pietro non si sente. Bersani, dal canto suo, si domanda se al Pase servono le elezioni. La sua risposta è no. “C’è una situazione di rissa tutti contro tutti, i mercati stranieri ci guardano, c'è un distacco micidiale dei cittadini nei confronti delle istituzioni e una legge elettorale che fa nominare i parlamentari dai partiti". Il segretario del Pd torna sulla proposta avanzata qualche giorno fa e sulla quale ora si è ricompattato il partito: “ Un governo di transizione- sostiene- per elaborare e approvare una nuova legge elettorale. Occorre ridare lo scettro nelle mani dei cittadini, occuparsi dei problemi legati all'economia e al lavoro, e bonificare le norme che stanno consentendo un'autostrada verso la corruzione". Un anticipo dello scenario che il Pdl, il governo, Berlusconi e Bossi, si troveranno ad affrontare
Il calendario della Camera una partita tutta da giocare
Il vero scenario sarà determinato nell’immediato dalla calendarizzazione della mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo,presentata dalle opposizioni. Per le ore 18 di lunedì il presidente della Camera ha convocato la conferenza dei capigruppo. All’ordine del giorno l’organizzazione dei lavori Erano previste sedute fino al 31 luglio dopo la decisione di rinviare e forse mettere su un binario morto la legge bavaglio. Ma ci sono due decreti del governo da convertire, uno sulla Tirrenia e il trasporto marittimo e un altro sul nucleare. L’opposizione è orientata a lavorare per tutta la prima settimana del mese. Del resto questo aveva deciso la maggioranza quando intendeva far passare.comunque, la legge bavaglio.In questo caso andrebbe subito in aula la mozione di sfiducia al sottosegretario Caliendo, un rischio che il governo non vuole correre, lasciando arbitri proprio gli odiati nemici figiani. L’orientamento sarebbe quello di ritirare i due decreti, una fuga di fronte al pericolo che renderebbe ancora più chiara a chi non lo avesse ancora capito che c’è una crisi del Pdl e del governo. Altra ipotesi è che Caliendo si dimetta prima , come fece Brancher, poi condannato a due anni di carcere.
Fini sulla mozione di sfiducia ha le idee chiare
Ad agitare ancor più Berlusconi arriva una dichiarazione del portavoce di Fini, che si chiama Alfano, come il ministro, ma di nome fa Fabrizio: "Il presidente Fini –afferma-ha le idee chiarissime su Caliendo, e le discuterà con il suo gruppo un attimo prima dell'eventuale voto sulla mozione di sfiducia". Ricorda che lo stesso Fini ha sostenuto che gli indagati dovrebbero lasciare le loro cariche la maggioranza entra in fibrillazione. Non è un caso che sempre il ministro Fitto metta le mani avanti e, di fatto, lanci un messaggio che ha il sapore di una minaccia : “E’ evidente il tratto strumentale e privo di fondamento della stessa. Sono certo –afferma-che la maggioranza la respingerà in maniera assolutamente ferma. E' ben noto che nessuna delle componenti della maggioranza possa precipitare in derive giustizialiste che non le appartengono per sensibilità e cultura politica". L’accusa preventiva a Fini e ai finiani è troppo scoperta. Un segnale della fibrillazione del Pdl dove non sono pochi che al “ghe pensi di mi” di Berlusconi non credono e cominciano a guardarsi intorno.
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