“Istituire un tavolo di confronto che coinvolga tutti i soggetti interessati al recupero e alla riqualificazione del patrimonio pubblico e privato dell’Acropoli perugina: il Comune, la Provincia, la Regione, lo Stato, la Curia, le fondazioni bancarie e i privati”: è la proposta lanciata dall’assessore regionale ai lavori pubblici Stefano Vinti, commentando la discussione che si è sviluppata a Perugia, nelle istituzioni e tra l’opinione pubblica, sulle condizioni di vivibilità del centro storico, sulla sua sicurezza e sulle politiche per migliorarne le condizioni.
“Solo facendo ritornare i cittadini nell’Acropoli – afferma Vinti - si ottiene l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico cittadino, riqualificando immobili, rilanciando attività produttive e commerciali, e di porre le condizioni per un efficace contrasto alla criminalità. Quello che ormai è patrimonio di tutti gli interventi succedutisi, e anche delle deliberazioni ufficiali delle istituzioni cittadine – continua Vinti - è che il miglioramento della vivibilità e la riqualificazione del centro storico passano per interventi che puntino ad incrementare le opportunità di nuova residenza. Il presidente dell’Agenzia umbra ricerche, Claudio Carnieri, ha sottolineato con forza questo concetto: per far tornare vivo il centro ci vogliono i residenti. E ha ricordato l’intervento che il Comune, insieme all’Ater, ha adottato per la realizzazione nella centralissima Torre degli Sciri di alloggi da destinare a giovani coppie a canone concordato”.
Per Vinti questo tipo di intervento, di recupero e riutilizzo di immobili da destinare all’edilizia residenziale pubblica a canone concordato, è sicuramente uno strumento fondamentale per riqualificare edifici, beni e patrimonio edilizio del centro storico del capoluogo umbro e per ripopolarlo con cittadini residenti stabilmente. Ma sulla programmazione degli enti locali, della Regione e dell’Ater adesso si abbatte la politica dei tagli del governo Berlusconi adottati con la manovra finanziaria in fase di approvazione alla Camera. I tagli per le politiche di edilizia residenziale pubblica sono quantificabili per l’Umbria in ben 19 milioni di euro in 2 anni, la totalità dei trasferimenti statali previsti per il 2011 1 e il 2012 per finanziare le funzioni in materia conferite con il decreto legislativo 112 del 1998.
“Faremo comunque fronte all’emergenza – ha detto Vinti, perché quello della casa è un bisogno fondamentale, e cercheremo di continuare con la politica che tiene insieme soddisfazione del bisogno abitativo con riqualificazione urbana. Vanno reperite risorse per proseguire le politiche di edilizia residenziale pubblica e sperimentare politiche nuove e aggiuntive, non certo sostitutive, come il social housing, da attivare con un sistema integrato di fondi immobiliari pubblici-privati mirati alla realizzazione di alloggi da destinare all’affitto a canoni calmierati rispetto al mercato, i cosiddetti alloggi sociali. Occorre lavorare perché le istituzioni umbre vengano messe in condizione di avere risorse e strumenti congrui e adeguati per attuare una politica di riqualificazione urbana e dei centri storici, incalzando il governo che invece rischia di fare una politica che non solo è mera propaganda, ma è anche dannosa e controproducente. Oltre alla manovra, infatti, anche la prima attuazione del federalismo fiscale pare essere una beffa e ha fatto bene il sindaco di Perugia Boccali a definire irricevibile la lista di immobili che con il federalismo demaniale si vuole trasferire agli enti locali. Se l’ex carcere di Perugia e le ex caserme di Sant’Agostino e San Bernardo non fanno parte del pacchetto che il Comune può acquisire – ha concluso l’assessore, non è possibile avere gli strumenti giusti per una programmazione di riqualificazione del centro e per interventi destinati a migliorare tessuto urbano, potenziare l’offerta di servizi, realizzare interventi di recupero edilizio, migliorare la qualità dell’abitare e della vita dei cittadini”.
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