E' stato il 2009 l'annus horribilis del manifatturiero in Umbria. Un periodo buio in cui le imprese, già provate da un 2008 non certo facile, hanno continuato a subire cali importanti di ordini e fatturato, pur mantenendo con grandi sofferenze l'occupazione, anche grazie all'utilizzo della cassa integrazione: è quanto emerge dall'indagine di Cna produzione Umbria, illustrata stamani in una conferenza stampa.
Dal questionario emerge, per il 2009, una netta diminuzione del fatturato (per il 56,9% del campione) ed un'altrettanto consistente riduzione degli ordinativi (per il 54,2% delle aziende esaminate). In particolare, il 57,1% delle aziende che dichiarano aumenti degli ordini appartiene al settore meccanica e il restante 42,9% al settore alimentare, mentre tutti gli altri settori dichiarano di non aver avuto aumenti. Rispetto poi alla dimensione aziendale, il 71,4% del campione che ha avuto aumenti appartiene alla classe di addetti 10-49.
Le diminuzioni più consistenti, sia per fatturato che per ordinativi, si registrano nella meccanica (38,5%), nell'artistico-tradizionale (33,3%) e nel legno serramenti. Lievi aumenti di fatturato si registrano, per contro, solo per i settori meccanica e alimentare e solo per le aziende di dimensioni maggiori, con più di dieci addetti.
Va meglio nel 2010, quando, sulla base delle previsioni, tutti gli indicatori rilevano stime ottimistiche. ''Ma è ancora presto - ha puntualizzato Francesco Vestrelli, responsabile Cna Produzione Umbria - per parlare di ripresa, sia perché i dati 2010 sono ancora al di sotto della media del quinquennio precedente, sia perché assistiamo ad una stabilizzazione della situazione gia' rilevata nel 2009''.
Sono le imprese più strutturate, cioè quelle dai 10 ai 49 dipendenti, soprattutto nel settore della meccanica, a recuperare parte del fatturato rispetto agli anni precedenti, in misura sufficiente a mantenere la loro capacità produttiva. ''Per contro - ha proseguito Vestrelli - c'è da registrare un relativo aumento delle difficoltà delle piccole imprese di subfornitura al di sotto dei dieci dipendenti, ovvero quelle che si rivolgono al mercato locale''.
Dal punto di vista occupazionale la crisi non ha comunque destabilizzato troppo il settore che mantiene una certa omogeneità rispetto al passato per la dimensione aziendale, e anche il ricorso agli ammortizzatori sociali è rimasto costante. Nel dettaglio, nel 2009 l'8,3% delle aziende ha dichiarato di aver aumentato le risorse umane, l'80% di averle mantenute stabili e l'11,7% di averle diminuite.
Le previsioni per il 2010 indicano che il 13,1% prevede aumenti, il 73,8% stabilità e il 13,1% diminuzione. Rispetto alle forme di finanziamento utilizzate l'indagine ha evidenziato un maggior ricorso a finanziamenti sia a breve che a medio-lungo termine per reperire la liquidità necessaria da reinvestire nel riposizionamento nei mercati esistenti, nella ricerca di nuovi mercati e nell'innovazione.
L'aumento del ricorso a finanziamenti a medio/lungo termine è presente un po' in tutti i settori, con una leggera prevalenza del settore meccanica e delle aziende con oltre 10 addetti. Un problema, quello dell'assenza di liquidità, messo in evidenza anche dal presidente di Cna Produzione Umbria, Flaminio Flavi. ''Le aziende - ha detto - specialmente le piu' piccole non hanno più risorse per investire in ricerca e sviluppo, né per garantire un'adeguata formazione continua alle proprie maestranze.
La piccola impresa non può sostenere da sola i costi dell'internazionalizzazione, oggi più che mai necessaria, e le banche, dal canto loro non stanno rispondendo in maniera adeguata ad una sempre maggiore richiesta di credito''.
Domenica
01/08/10
14:52