di G.Penn. Roma – Al Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, incontro tra sindacato, Governo ed azienda sulla vicenda della crisi di Telecom. I sindacati chiedono che si possano mettere in campo tutte le misure per scongiurare che il costo della riorganizzazione e della ristrutturazione di tutto il settore per l'ennesima volta venga pagato dai soli lavoratori. Il confronto di oggi, nelle aspettative delle organizzazioni sindacali, dovrebbe cominciare a produrre avanzamenti concreti, altrimenti si rischia una “tragedia” occupazionale. Questo è in particolare l’auspicio di Alessandro Genovesi di SLC-CGIL. Le lancette dell'orologio corrono ancor più velocemente per i sindacati, che sperano di trovare un'intesa sul piano industriale della Telecom entro la fine del mese. Alle autorità governative si chiede la disponibilità per investimenti certi e reali per rilanciare il settore e per definire interventi straordinari; evitando i gravi danni sociali della ristrutturazione. A Telecom Italia, invece, si chiede di nuovo una reale disponibilità a rimettere in discussione un piano industriale scritto essenzialmente con tagli occupazionali. Gli esuberi dichiarati ad aprile 2010 (6800) sono solo formalmente diminuiti, perchè fino ad oggi vi sono state circa 400 dimissioni volontarie. L’azienda aveva richiesto due settimane fa per 3500 lavoratori la mobilità volontaria. Per SSC (il polo d’informatica di Telecom ) si è passato da 645 a 445 esuberi. La diminuzione dei tagli è dovuto al gioco al ribasso dell’azienda sulle qualifiche. Telecom, infatti, prima trasferisce i lavoratori nel ramo di azienda SSC (in questo modo, li esternalizza) e dopo chiede ai lavoratori esternalizzati di ritornare in azienda madre, ma solo se accetteranno abbassamenti di livelli e qualifiche più basse. Si tratta del solito giochetto di tagliare il costo del lavoro, penalizzando i diritti contrattuali maturati dai lavoratori. Da dazebao.org Condividi