di Va. Nev.
ROMA - Cinque nuove unità abitative, per un totale di 800 metri cubi, progettate dalla società Idra Immobiliare, potranno presto ampliare la volumetria della residenza sarda del premier Berlusconi, comprata più di 25 anni fa dal faccendiere Flavio Carboni, al centro delle cronache di questi giorni per lo scandalo P3. Il progetto ha ricevuto l'assenso dalla commissione paesaggistica regionale sulla base del piano - edilizia della Regione, ispirato al piano - casa nazionale varato dal Governo.
"Si tratta di alcune strutture staccate dal corpo centrale della residenza - spiega Pinuccio Sciola, presidente dell'organo di controllo - e inserite in uno spazio immenso, non c'era alcun motivo per negare il parere positivo". Un ampliamento realizzabile grazie a delle deroghe introdotte nel piano paesaggistico regionale, senza le quali le nuove esigenze di ospitalità manifestate dal premier non avrebbero potuto avere seguito. Spazi adesso edificabili legalmente, dopo una serie di abusi edilizi sfociati in un processo penale conclusosi con il proscioglimento dell'amministratore della società di proprietà di Silvio Berlusconi.
Una notizia, quella del prossimo ampliamento della faraonica residenza di Porto Rotondo voluto e ottenuto dal premier, che non smette di suscitare polemiche e amare riflessioni. "Questo episodio, l’uomo più ricco d’Italia e capo del governo italiano che chiede e ottiene di allargare la propria villa in Sardegna, è una nuova conferma del livello barbarico in cui è precipitata l’Italia", è il commento di Edoardo Salzano, urbanista pianificatore di fama internazionale e padre indiscusso del piano paesaggistico regionale. A sconcertare il grande urbanista l'applicazione, da parte delle Regioni, della norma sul piano - casa ancora prima che diventasse legge. Con particolare riferimento alla vicenda sarda: "Questo fatto - spiega Salzano - dimostra quanto Berlusconi tenga alla sua villa e spiega perchè il presidente del consiglio si sia impegnato così a fondo per sostenere la candidatura dell’amico Ugo Cappellacci". Di "chiarissima violazione del piano paesaggistico regionale" ha parlato anche Gianvalerio Sanna, ex assessore regionale all'Urbanistica, il quale minaccia ricorso al TAR in caso di concessione del nulla osta da parte dell'ufficio regionale per la tutela del paesaggio. E rincara la dose con un duro commento politico: " Manca persino il pudore - taglia corto - ma ormai non c’è più da stupirsi di nulla, basta guardarsi intorno e vedere a quale punto è il nostro paese grazie a questi governanti".
Sulla stessa linea l’ex presidente della Regione Renato Soru: "Non ho commenti su questa vicenda, posso solo dire che difenderemo il piano paesaggistico in ogni sede, come abbiamo fatto finora". Del medesimo avviso Francesco Pigliaru, ex assessore regionale alle finanze e docente di economia, per il quale "il piano casa va nella direzione esattamente opposta a quella giusta, fa costruire di più anziché di meno. Il fatto che ad avvantaggiarsene per primo sia Berlusconi è la conferma di quanto quella norma sia sbagliata". L'imminente intervento edilizio in prossimità della costa sarda non va giù nemmeno a Maria Paola Morittu, responsabile giuridica di Italia Nostra, che ribadisce l'idea di un ricorso ai giudici amministrativi. "Se riscontreremo profili di illegittimità lo presenteremo subito - avverte - questo è certo. Perché abbiamo di fronte l’ennesima dimostrazione di come chi governa badi ai propri interessi piuttosto che al bene comune". La dirigente dell’associazione culturale contesta anche l’opportunità del piano-casa: "Le domande all’esame della commissione sono state soltanto trentacinque, il che la dice lunga sulla necessità di questa norma regionale, costata lunghissime discussioni e sedute del consiglio regionale a discapito di problemi reali della Sardegna. Non so, è una cosa talmente vergognosa che non si trovano parole sufficienti a esprimere il disappunto".
Di fallimento parla Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente: "Ci siamo battuti contro il piano-casa e i fatti dimostrano che eravamo sulla strada giusta, quella legge è un disastro ed è stata pensata soltanto per alcune persone. Che altro potrei aggiungere? E’ una cosa deprimente, se ci saranno gli estremi ricorreremo al Tar". Un via libera ottenuto in tempi record che, di qui a poco, contribuirà all'ennesimo intervento edilizio sulle coste sarde, sempre meno tutelate e sempre più esposte a interventi edilizi di ogni genere.
Da dazebao.org
Martedì
27/07/10
08:03