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Il dibattito all'interno dell'Udc umbro rimane infuocato. Al centro dello scontro le nomine del coordinamento regionale fatte da Paola Binetti, vero e proprio commissario del partito. Nella lettera che pubblichiamo di seguito il segretario provinciale Donatella Cenci torna ad accusare l'ex piddina: "E' un monarca solitario". Da tempo l'Unione di Centro ha cercato di compiere ogni sforzo per rendere più mite e ragionevole il bipolarismo italiano comprendendo che un Paese diviso da un muro collocato giusto nel mezzo tra i due schieramenti è un Paese destinato a perdere. Nel processo partito da Todi che deve condurci verso il Partito della Nazione, è stata affermata la necessità di un percorso aperto a tutti per costruire non un contenitore di plastica, ma un partito nuovo, con radici solide, fatto di storia e tradizioni. Tale progetto che insieme a tanti amici che nel corso di questi anni hanno condiviso il succedersi di sigle, nasce per ridare dignità e valore etico alla politica e ai partiti, affermando un cambiamento che nasca dal basso e non sia deciso in maniera verticistica secondo atteggiamenti auto-referenziali. E' dunque proprio dalla condivisione di queste premesse che risulta assolutamente incomprensibile il comportamento da monarca solitario che ha contraddistinto sino ad oggi l'operato della Binetti, fatto di strappi e forzature. Ricordo che tra le ragioni che la portarono ad abbandonare il partito democratico, nel quale aveva a lungo militato ed era stata eletta, c'erano la mancanza di rispetto per le sue idee e la scarsa democrazia interna. Con delusione, rilevo, che da quando l'on. Binetti ha iniziato a frequentare l'Umbria ha evitato ogni confronto con il Partito dell'Unione di Centro nel quale è approdata e che, a prescindere dal fatto che possa più o meno piacerLe, ha, sino ad oggi coerentemente e saldamente, indipendentemente da Lei, rappresentato la linea politica nazionale. Nell'evidenziare tali rilievi, non c'è da parte mia e degli altri dirigenti provinciali dell'Unione di centro la difesa di alcuna posizione o interesse,che per di più, stante questa posizione ufficiale, saranno ancora di più sottoposti ai suoi noti risentimenti politici e personali, ma soltanto il convincimento che nella costruzione di una nuova politica non possono essere scimmiottati i difetti dei partiti finti che forse sono capaci di funzionare per un po' ma hanno il respiro corto. Servono all'interno dei partiti, vecchi o nuovi che siano, le individuazioni e il rispetto di regole, sicuramente indispensabili per garantire la democrazia e che sicuramente non possono essere liberamente interpretate dalla Binetti di turno. Per tali ragioni abbiamo richiesto insieme a tanti altri dirigenti provinciali e regionali del Partito un incontro urgente con il segretario nazionale. Condividi