“Pur partendo da una valutazione positiva del lavoro svolto dai 2 Ater provinciali in questi anni, ci troviamo di fronte alla necessità di riformare e unificare le strutture, per assicurare il soddisfacimento del 'bene primario casa' alle famiglie che si trovano nelle condizioni di maggiore difficoltà”. Così l'assessore regionale Stefano Vinti che intervenendo ai lavori della Prima Commissione di Palazzo Cesaroni, ha illustrato la proposta di riforma dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale.
Vinti ha spiegato poi che verrà completato il processo di decentramento “agendo sul versante dell'individuazione dei fabbisogni, delle categorie di intervento più idonee a soddisfare i fabbisogni espressi, dell'accertamento dei requisiti soggettivi dei beneficiari. Si interverrà, inoltre, sulla gestione di tutta l'attività amministrativa che tende ad assicurare utilizzo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e sulla gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale da utilizzare per incrementare il patrimonio di edilizia residenziale disponibile; si prevede, infine, la partecipazione a fondi immobiliari destinati alla realizzazione di alloggi ed alla riqualificazione urbana”.
L'assessore, anche in vista dell'audizione con le categorie sociali che si svolgerà domani pomeriggio, ha illustrato ai componenti della Commissione presieduta da Oliviero Dottorini i contenuti e i tratti essenziali della proposta di riforma elaborata dall'esecutivo di Palazzo Donini. Si tratta, ha spiegato Vinti, di semplificare, ridurre i costi e gli apparati, attribuire alla nuova Azienda unica regionale delle funzioni innovative, valorizzare il personale e i dipendenti: “Ci sarà una riduzione dei consigli di amministrazione e dei presidenti (da 2 a 1), dei direttori e dei dirigenti. Si tratta di una riforma necessaria anche in conseguenza dei tagli governativi ai fondi regionali: queste risorse verranno utilizzate su base regionale in relazione alle reali esigenze abitative. I due Ater provinciali di Perugia e Terni rappresentano delle eccellenze a livello nazionale e le scelte amministrative e di gestione verranno demandate principalmente al nuovo Consiglio di amministrazione, che verrà così responsabilizzato circa i propri compiti e ruoli. Gli amministratori, presidente e direttore in primo luogo – ha sottolineato Vinti -, dovranno essere retribuiti e valutati anche in base alla responsabilità sociale delle scelte che effettueranno, dato che i referenti degli Ater sono cittadini con particolari esigenze abitative”.
All'esposizione di Stefano Vinti è seguito un articolato e puntuale dibattito a cui hanno partecipato tutti i componenti della Commissione: le osservazioni dei consiglieri del Pdl (Monni, Lignani e De Sio) si sono concentrate principalmente sui reali effetti della riforma da un punto di vista economico e gestionale, sulla reale quantità di alloggi gestiti dall'Ater, sulle linee programmatiche e le priorità della nuova Azienda regionale, sulla destinazione di eventuali risorse derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare dell'Ater.
Dai consiglieri Locchi e Smacchi (Pd) sono venute osservazioni circa l'individuazione dei beni che verranno conferiti all'Ater e sulla scelta di far decidere al nuovo Cda la dislocazione della nuova sede regionale mentre l'ammontare dei compensi degli amministratori verrebbe stabilito dalla Giunta regionale. Il capogruppo del Prc, Damiano Stufara, ha proposto di non assegnare alle due sedi provinciali gli stessi identici compiti e di assicurare al legislatore la scelta della sede regionale.
Alla proposta di diversificare le competenze tra le due sedi provinciali dell'Ater unico si è unito anche il consigliere Barberini (Pd), ritenendola un sistema per incrementare l'efficienza della nuova Azienda. Oliviero Dottorini (Idv), illustrando gli emendamenti presentati dal suo gruppo, ha chiesto di prevedere un amministratore unico per l'Ater regionale o, in subordine, prevedere una riduzione dell'indennità mensile di carica del presidente (a cui dovrebbe andare il 30 per cento dell'indennità mensile percepita da un consigliere regionale), dei consiglieri di amministrazione (5 per cento dell'indennità di un consigliere regionale) e del direttore generale (non più del 50 per cento del trattamento economico previsto per i direttori regionali rispetto al tetto dell'80 per cento previsto dalla proposta della Giunta).
Proposte di emendamento sono state avanzate anche dai consiglieri del Pdl Lignani Marchesani, Modena e Monni: un cda composto da 3 soli membri (un presidente scelto dalla Giunta e due consiglieri scelti dai Comuni di Perugia e Terni), una indennità mensile del presidente pari al 30 percento di quella di un consigliere regionale, una indennità per i consiglieri di amministrazione pari al 5 per cento di quella dei consiglieri regionali e una sede regionale scelta dal consiglio di amministrazione nella sua prima riunione.
La Prima Commissione tornerà a riunirsi, per valutare quanto emerso dall'audizione di domani e per discutere ed approvare la proposta della Giunta, giovedì 22 luglio alle ore 10.
Lunedì
19/07/10
20:04