PERUGIA - Allarmano la Cgil regionale i dati dell''Osservatorio regionale sul mercato del lavoro riguardanti il ricorso agli ammortizzatori sociali in Umbria. A maggio 2010 l'Inps ha autorizzato 3.944.515 ore di cassa integrazione, con un incremento del 175% rispetto ad aprile e del 257,4% rispetto al maggio 2009. Questo balzo - sottolinea la Cgil in un comunicato - fa volare l'Umbria al secondo posto dopo il Piemonte tra le regioni italiane per incidenza di lavoratori in cassa integrazione sul totale di lavoratori dipendenti (23.203 su 271.490, pari all''8,5%, mentre la media nazionale e' del 4%).
Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria, sottolinea ''l'ennesima conferma di quanto andiamo dicendo da tempo, purtroppo spesso inascoltati: la crisi non solo non e' finita, ma diventa ogni mese piu' pesante, soprattutto sul versante occupazionale. E ora - avverte Bravi - con la manovra economica del Governo che, come conferma anche Bankitalia, avra' effetti recessivi, la situazione non potra' che peggiorare e in autunno potremmo davvero trovarci di fronte ad un'emergenza senza precedenti''.
Ai 23.203 i lavoratori interessati dalla cassa integrazione (18.358 a Perugia e 4.845 a Terni) la Cgil spiega che vanno aggiunti tutti coloro, almeno 10.000, che hanno gia' perso il proprio posto di lavoro, facendo ripiombare il tasso di occupazione regionale a livelli prossimi a quelli del 2000, quando era soltanto al 60%. Bravi sottolinea che ''la stragrande maggioranza dei lavoratori in cassa integrazione e' coperta da quella in deroga (19.748, contro i 1.885 dell'ordinaria e i 1.571 della straordinaria). Cassa in deroga che - ribadisce la Cgil - aumenta a ritmi vertiginosi (+356% tra aprile e maggio 2010, +7554% rispetto al 2009) e ''per la quale le risorse disponibili non sono certo infinite''.
I dati resi noti dall'Osservatorio mettono in evidenza anche i settori maggiormente colpiti dalla crisi. E se quello dei metalmeccanici si conferma in assoluto il piu' sofferente (vi lavora circa il 33% degli addetti interessati dalla cassa integrazione), emblematico e' il dato riferito al commercio (21%), a testimoniare come la crisi si sia ormai allargata dal manifatturiero ai servizi e coinvolga oltre che tantissimi operai anche molti impiegati. Ma la crisi si fa sentire pesantemente anche nel tessile-abbigliamento (15%), in edilizia (9%) e nel settore del legno (5%).
''Questi dati allarmanti ci dicono ancora una volta che e' necessaria una forte mobilitazione del mondo del lavoro contro una crisi che si va aggravando sempre piu' - conclude Mario Bravi - da parte nostra non puo' che continuare l'impegno a difesa del lavoro e del welfare, che proprio in un momento di dura crisi vanno coniugati sempre piu'. E questo e' proprio quello che intendiamo proporre con il nostro piano per il lavoro''.
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