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PERUGIA - Nel 2009 il settore delle cave nella provincia di Perugia ha registrato una contrazione produttiva complessiva del 19% rispetto al 2008 e del 23% rispetto al 2007. Essendo una industria di base questo è un indicatore della crisi che sta attraversando l’economia del nostro territorio se si pensa che dall’attività estrattiva “dipendono” settori importanti come l’edilizia, le strade, l’acciaio, la plastica, le cartiere e pre miscelati, tanto per citarne alcuni. I dati che riguardano la provincia di Perugia sono stati forniti nel corso di un incontro con la stampa dall’assessore provinciale di Perugia all’Urbanistica Carlo Antonini e dall’ingegner Simone Padella responsabile dell’ufficio Attività estrattive della Provincia di Perugia. Qualche cifra ci aiuta a comprendere meglio il volume di affari che ruota intorno a questo settore: 69 sono le cave attive e nel 2007 i volumi estratti sono stati di oltre 4 milioni 200 mila tonnellate, nel 2008 si sono superati i 3 milioni e 961 mila tonnellate, mentre nel 2009 sono state estratte oltre 3 milioni e 221 mila tonnellate di materiale. Una diminuzione più significativa si è registrata nelle cave di Foligno (- 21,94% rispetto al 2008 e –30,54% rispetto al 2007), Nocera Umbra (-37,41% rispetto al 2008 e –42,74% rispetto al 2007) e Todi (-30,57% rispetto al 2008 e –54,22% rispetto al 2007). “Questo delle cave - ha detto Antonini – è un settore di significativo rilievo. Si pensi – ha spiegato - che rappresenta il 5-7% del Pil regionale, quando il turismo si aggira introno al 4,1%. Tuttavia, ci muoviamo sempre in un crinale molto stretto che comprende, da un lato le attività imprenditoriali e dall’altro si deve tener conto della salvaguardia ambientale. La diminuzione delle estrazioni ci deve far riflettere sull’andamento dell’economia del nostro territorio. Ad esempio nel 2006 si pensava addirittura di incrementare di 2 milioni le estrazioni, ma questo come abbiamo visto non è avvenuto. L’auspicio che intendiamo fare come Provincia è che il materiale estratto possa venire utilizzato anche per altre attività come per esempio nelle aziende farmaceutiche, oppure per rivestire i binari della ferrovia”. Il materiale che viene estratto varia nei prezzi fino ad arrivare alle eccellenze. “Si va da 6-10 euro a tonnellata per materiale di rilevato – spiega l’ingegnere Padella – a 20 euro a tonnellata per la sabbia lavata fino a 50-150 euro a tonnellata per il micronizzato puro”. Il Regolamento regionale 8/2008 ha attribuito alle Province umbre la gestione e ridistribuzione del contributo ambientale versato dai titolari di cava sulla base dei volumi e della quantità del materiale estratto annualmente. Ricordiamo che il contributo ambientale va per il 17% alla Provincia, per il 33% ai Comuni nei quali risiede l’impianto e per il rimanente 50% alla Regione. Entrando nel merito, la Provincia svolge per le cave attività di polizia mineraria, vigilanza cantieri, accertamento giacimenti di cava, partecipa a conferenze di servizi e riscuote, appunto, contributi ambientali. Condividi