di Valeria Nevadini
ROMA - "Vi è stata un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all'emittente (vaticana) ed eccesso di rischio di morte per leucemia". Dopo cinque anni di studio l'indagine condotta da Andrea Micheli, perito dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano incaricato di far luce sulla correlazione tra esposizione alle onde elettromagnetiche e aumento della mortalità per leucemie e tumori, non lascia spazio a dubbi e chiama in causa le strutture di Radio Vaticana come principali responsabili dell'insorgenza di tumori, soprattutto nella popolazione infantile.
La perizia è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, nell'ambito del processo per omicidio colposo a carico dei responsabili dell'emittente della Santa Sede e di quelli della Marina Militare che, nelle zone di Cesano, Olgiata, La Storta e Anguillara, a nord di Roma, hanno i loro potenti ripetitori. L'inchiesta era partita dopo le denunce dei residenti, allarmati dall'aumento dei decessi di alcuni abitanti per leucemia e da subito si era concentrata sugli impianti radio del Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria e del Centro radar della Marina Militare, entrambi nella zona della Storta.
"In ragione della opportunità di valutare in modo indipendente il possibile rischio di morte associato alla presenza nell'area in studio delle strutture di comunicazione (antenne), vuoi di Radio Vaticana, vuoi di MariTele - si legge nella perizia - sono stati avviati "due studi di mortalità in due aree di studio che, per la vicinanza tra le strutture, in parte condividevano uno stesso territorio. Il primo studio di mortalità, che interessava una popolazione di 102 mila abitanti (al 2001), per investigare il rischio morte per tumore emolinfopoietico associato alla presenza delle strutture di comunicazione di Radio Vaticana, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a MariTele. E il secondo, che interessava quasi 125 mila abitanti, per investigare il rischio di morte per lo stesso tumore associato alla presenza delle strutture di comunicazione di MariTele, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a Radio Vaticana". In altre parole: quanto hanno inciso sull'insorgenza delle leucemie le antenne di Radio Vaticana e quanto quelle di MariTele? Le conclusioni peritali associano "l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi", mentre la stessa cosa non è stata verificata per quanto riguarda MariTele. Uomini e donne che hanno vissuto per almeno dieci anni tra i 5 e i 9 km dagli impianti di trasmissione dell'emittente vaticana, perciò, rischiano la morte per tumori emolinfopoietici.
Immediata la replica di padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana, che ha appreso "con stupore" i risultati della perizia, annunciando al più presto "le contro deduzioni dei propri consulenti tecnici, il prof. Umberto Veronesi e la dott.ssa Susanna Lagorio".
Dallo stupore di padre Federico Lombardi al dolore dei genitori i cui figli sono stati colpiti da leucemie e linfomi, in alcuni casi con esiti mortali. "Santità noi, che oggi ci permettiamo di rivolgerci alla Sua Santità, siamo genitori provati dal dolore per i nostri figli. Alcuni di noi se li sono visti strappare in tenera età dalla leucemia infantile, altri, più fortunati, hanno visto loro negata la serenità dell'infanzia, trascorsa tra ospedali e delicati interventi". Queste le prime parole affidate ad una straziante lettera inviata a Benedetto XVI dai genitori di Cesano, il paese alle porte di Roma confinante con gli impianti dell'emittente vaticana, per chiedere la sospensione momentanea delle trasmissioni. "Le chiediamo - continua la lettera - che la Chiesa non rimanga sorda all'allarme che, oggettivamente, l'esito di questo autorevole accertamento diffonde e che eviti, per il futuro, il rischio di concorrere a causare una maggiore diffusione della leucemia infantile". Nel dettaglio i genitori chiedono al pontefice di "valutare l'opportunità di sospendere l'utilizzazione degli impianti di Santa Maria di Galeria, almeno fino a quando non sia maturato nel mondo scientifico una ragionevole certezza sugli effetti delle onde elettromagnetiche sui bambini".
Dalla parte dei genitori anche il Coordinamento Comitato contro l'elettrosmog, da anni impegnato su questo fronte, che affida alle parole di Giuseppe Teodoro, coordinatore dei Comitati romani contro l'elettrosmog, il punto di vista sulla vicenda: "La letteratura scientifica internazionale più recente ed accreditata sulle alte frequenze suggerisce conclusioni univoche, che attestano l'aumento del rischio di contrarre malattie degenerative e di elettrosensibilità, soprattutto con riferimento agli adolescenti ed agli anziani; dunque - conclude Teodoro - la perizia commissionata all'Istituto Tumori di Milano ne è, pertanto, l'ennesima conferma". Molto duro il giudizio in merito alla chiamata in causa, come perito della controparte, del prof. Veronesi che, secondo Teodoro, " vanta nei confronti dell'elettrosmog una posizione notoriamente negazionista, dichiarata in più occasioni pubblicamente ed avvalorata dagli sponsors appartenenti all'industria delle Telecomunicazioni, che patrocinano a vario titolo la Fondazione che porta il suo nome (F.U.V.)". A fianco dei cittadini anche Legambiente Lazio che, attraverso il suo presidente Lorenzo Parlati, sollecita "interventi urgenti, senza tergiversare ulteriormente (...) per fermare questa strage, eliminando quelle antenne: nel 2010 ci sono tecnologie tali che prevedere quella concentrazione territoriale non ha alcun senso".
La guerra di perizie è appena cominciata. Sullo sfondo, il dolore senza fine dei genitori e dei parenti delle vittime, bersagli inconsapevoli di una "politica dell'etere" in deroga alla salute e all'incolumità pubblica.
Dal sito dazebao.org
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