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di Sabina Barca COMO - Continua l'odissea nel golfo del Messico che ha superato la soglia del normale imbarazzo. Il 13 luglio la Bp ha posato nei fondali Messicani, una copertura che dovrebbe contenere i milioni di litri di greggio che si stanno riversando giornalmente nell'oceano dal 20 aprile scorso. La chiusura è posata alla profondità di 1.500 metri ed è stato chiamato “Top Hat 10”. Questo nuovo congegno, che se funzionante, potrà, recuperare 32.000/60.000 barili di petrolio contro il precedente tentativo che assorbiva, nelle migliori ipotesi, 25.000 barili. La Bp, visto il precedente fallimento, dichiarando cautamente che, considerate le avversità e la profondità del sito di lavoro, sommate alla tecnica senza precedenti non posso essere garanzia di successo. Infatti, il cruciale test, che dovrebbe durare dalle 6 alle 48 ore, e successivamente rinviato di 24 ore, per la fuga di un condotto, è partito con la chiusura dei tubi che aspirano il greggio sulle navi. La speranza è di chiudere definitivamente il flusso di petrolio, in contemporanea, tenendo sotto controllo la pressione che va a formarsi dentro la cupola. Il test di verifica della cupola installata, ha avuto il via libera dal governo Usa. La Società auspica che, ad esito positivo, si possa iniziare la trivellazione dei 2 pozzi di soccorso laterali, entro inizio agosto, operazione che dovrebbe risultare risolutiva. Nel frattempo anche la first lady americana si è attivata, promuovendo e incoraggiando il turismo nel golfo del Messico. Michelle Obama, conscia del catastrofico evento, cerca di limitare ulteriori tragedie economiche, esortando a non abbandonare pesca e i soggiorni turistici del golfo che sono il cuore dell'economia locale. Ieri, le banche locali, e altre 5 autorità di sorveglianza sui mercati finanziari, hanno invitato la Federal Reserve a “aprire i libretti degli assegni”. In risposta, la Fed scrive che “le istituzioni finanziarie sono incoraggiate a lavorare con i propri clienti e a considerare le misure per sostenere il merito di credito dei clienti colpiti dalla marea nera”. Tutto l'indotto di pesca, e operatori turistici è colpito duramente. Le stime ufficiali parlano di 120.000 posti di lavoro persi. Questa tragedia, entrerà nella storia non solo per la portata devastante, ma anche per l'evidente l'incapacità umana, evidenziata da azioni improvvisate che mettono in risalto una condizione “fuori controllo”. DAl sito dazebao.org Condividi